Immaginario scientifico: progetto rinnovato ma sede ancora incerta

Il direttore Fabio Carniello: «Modifichiamo gli spazi, programmi anche per adulti con robotica e digitale»
Uno dei giochi scientifici dell'Immaginario, a Grignano
Uno dei giochi scientifici dell'Immaginario, a Grignano

Il passato è nel ricordo eroico, quattro ragazzi entusiasti ma sfiniti che una mattina piovosa del 1999 si fanno fotografare stesi a terra “storditi da una felice fatica”, dopo aver allestito a Grignano gli spazi della loro nuova creatura “immaginaria” e “scientifica”, il presente è un compleanno (15 anni di vita intensa) che mette a segno 5 parchi scientifico-didattici, 850 mila visitatori, 300 interventi di animazione didattica, 40 esposizioni, 30 allestimenti interattivi in Italia e all’estero, uno staff di 70 professionisti, e nel 2011 il riconoscimento della presidenza del Consiglio dei ministri (il “Lis” di Trieste “uno dei migliori esempi dell’innovazione e dell’eccellenza tecnologica italiana”), mentre il futuro sta nel cambiamento ma è appeso al filo di altri “incanti”. Non quelli della scienza presentata in forma misteriosamente magica e divertente, ma quelli che danno appropriato nome alla ex Pescheria delle Rive: un miraggio, la sede nuova dell’”Immaginario scientifico” al Salone degli incanti promessa dal Comune, che c’è ma poi non c’è, almeno per tutto il 2015.

Silvano Trieste 17/06/2014 Immaginario Scientifico
Silvano Trieste 17/06/2014 Immaginario Scientifico

«Contavamo di compiere gli anni da un’altra parte e questo non è avvenuto - commenta sobriamente Fabio Carniello, il direttore del quindicenne ”Lis” che continuerà ad abitare a Grignano negli ambienti del Centro di fisica teorica -, ma noi modifichiamo comunque i nostri spazi, che ampliare, però, è impossibile: faremo programmi anche per gli adulti, con sempre maggiore interazione attiva: la stampante in 3D, la robotica, entriamo nel mondo digitale rinunciando a una parte di proiezioni multimediali, lanciamo il “Tinkering” che unisce scienza e tecnica. Più fare, meno guardare. Diventare un posto dove le persone imparano e si aggiornano, senza costi, con attività aperte, mettendo il naso per scoprire e usare le novità tecnologiche».

Quella notte del 1999 prendeva corpo una antesignana delle “start up”, l’idea creativa che diventa “azienda”. Il suo nucleo? Nel 1986 con la mostra parigina del “Trouver Trieste” (mostrare al mondo il mondo triestino della scienza), che nel 1988 con l’aiuto di Paolo Budinich, fondatore del Centro di fisica teorica, si era sviluppata come museo multimediale negli edifici della Fiera e che nel ’99 debuttava come “Immaginario scientifico”. Immaginario nell’accezione di “erbario”, “bestiario”: una serie, una collezione, una raccolta. Ma sempre in movimento. A Trieste rimangono le mostre temporanee, quelle permanenti sull’interattività, più 3 salette per laboratori ludo-didattici per bimbi. Nei circa 100 metri liberati (3 schermi anziché 8) attività partecipate, anche di chimica, fisica, tecnologie, “nuovi saperi”.

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«La nostra era una scommessa, eravamo ragazzi senza alcuna certezza. Quanti momenti difficili, a volte tutto sembrava perduto. Ma abbiamo sempre accettato la sfida di ricostruirci. Fino a fondare la cooperativa, acquisendo anche capacità gestionali». Creatività e impresa: quel che si vorrebbe dai giovani di oggi? «C’erano più opportunità - risponde Carniello -, però da sole non bastano. Noi ci siamo guadagnata la posizione con le unghie e coi denti. E oggi siamo anche un osservatorio sui giovani: ricevo decine di curriculum, e non posso accogliere nessuno, tutte capacità che scappano». Ma talora vanno messe in fuga: «Molti - conclude il direttore - cercano solo il posto sicuro, lavoro “dalle-alle”, terminare alle 14.30 del venerdì, posto sicuro senza essere misurati e giudicati. Solo diritti. Non si rendono conto che siamo come in un periodo post-bellico. Quello cui hanno reagito i loro genitori. Preparando però ai figli un livello di comodità troppo alto». Anche questo un “immaginario”.

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