Impasse sulla centrale A2A Vescovini offre i suoi legali

Altran, Gherghetta e Vito in bilico di fronte a una platea di amministratori e di politici Il presidente della Provincia non svela i possibili ricorsi. Dal sindaco attacco al governo
Di Laura Blasich
Bonaventura Monfalcone-23.02.2016 Incontro su A2A-Kinemax-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-23.02.2016 Incontro su A2A-Kinemax-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Sulla battaglia alla proroga dell’uso del carbone nella centrale termoelettrica A2A il sindaco di Monfalcone Silvia Altran, il presidente della Provincia Enrico Gherghetta e l’assessore regionale all'Ambiente Sara Vito hanno incassato sostegni trasversali, ma anche diverse critiche, alcuni interrogativi e pure qualche assenza. Le istituzioni hanno però raccolto la disponibilità di un supporto tecnico e legale da parte dell’imprenditore Alessandro Vescovini, che ha ricordato il proprio impegno sul tema dell’impatto sanitario e non solo ambientale dell’impianto energetico, e, con qualche distinguo, dell’ex consigliere e rappresentante dell’associazione Monfalcone Domani Anna Cisint.

«Trovo apprezzabile questa iniziativa che permette di discutere pubblicamente della proroga dell’Autorizzazione integrata ambientale e quindi dell’uso del carbone - ha detto - ed è vero che siamo tutti contrari al carbone e noi siamo stati disponibili dentro e fuori il Consiglio comunale e lo siamo per arrivare al suo abbandono, ma il sindaco in Consiglio l’avevo sollecitato a muoversi per tempo anche a fronte della nuova normativa. E sempre in aula ho sostenuto che 25 milioni di euro per i Denox non si investono per niente». Un’opinione condivisa anche dall'ex sindaco di Staranzano ed ex consigliere regionale Franco Brussa, che, da “cittadino”, ha chiesto all’assessore Vito di sapere se la regione sia autosufficiente sotto il profilo energetico. «Dalla risposta dipende la richiesta di revisione dell’Aia o la necessità di portare A2A a stringere un protocollo per mitigare le ricadute dell’impianto sul territorio - ha spiegato -. Questa mobilitazione, comunque, non dovrebbe essere contro un ministero o un governo, ma per arrivare a ottenere un futuro diverso per questo territorio».

In una sala piena per due terzi, soprattutto di consiglieri comunali, amministratori del territorio (i sindaci di Ronchi dei Legionari, Staranzano e Sagrado), rappresentanti dei Comitati di rione (per un totale di circa 180 persone), Michele Tonzar per Legambiente ha ribadito invece le richieste già avanzate dall'associazione ambientalista sabato mattina in piazza della Repubblica. «Dopo il tradimento della fiducia concessa, crediamo che il Comune debba sospendere il tavolo ambientale - ha detto -, mentre la Regione deve giocare il ruolo politico in questa partita, portando A2A a un tavolo per definire una exit strategy dal carbone e una riconversione dell’area all’insegna dell’alta tecnologia e delle fonti rinnovabili, come avevamo già delineato un paio d'anni fa». L’ex consigliere comunale Francesco Di Fiore ha chiesto invece se, banalmente, «non si sia pensato un ricorso al Tar». «Quali sono le azioni legali intraprese?», ha domandato. «Con tutto il rispetto, non lo diciamo ora», ha ribattuto il presidente della Provincia che ha confermato come l’intenzione condivisa da Comune e Regione sia quella di chiedere quanto prima un incontro con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e di procedere comunque per una revisione dell’Aia. A fronte delle sollecitazioni giunte da Sabina Cauci, docente e ricercatrice di biochimica clinica e biologia molecolare dell’Università di Udine, ieri intervenuta come rappresentante del Comitato rione centro, il presidente della Provincia ha inoltre assicurato che in tempi brevissimi sarà presentato lo studio epidemiologico ultimato e depositato dagli autori la scorsa settimana. Cauci ieri è però tornata a chiedere che si realizzi, come promesso all’inizio dello scorso autunno, un nuovo biomonitoraggio attraverso l’impiego dei licheni.

Nell’incontro di ieri il sindaco Silvia Altran è tornata ad attaccare pesantemente il ministero dell’Ambiente, tacciato di «scarsa lealtà istituzionale», mentre l’assessore Vito ha ribadito come la Regione abbia messo in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per arrivare a un abbandono del carbone.

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