Imprenditore tessile tra i “saggi” del Burlo
Dal Comitato di controllo del Burlo esce un alto funzionario del ministero della Salute, e vi entra il braccio destro del ministro dei Trasporti, un commerciante di tessuti che, da deputato dell’allora Pdl a Montecitorio, tra il 2008 e il 2013, sedeva in Commissione Agricoltura però si era dato da fare pure in materia di sanità pubblica occupandosi, fra l’altro, di questioni materno-infantili. Si chiama Marcello Di Caterina, ha 46 anni, è di Napoli e l’attesa del suo arrivo è accompagnata, in più di qualcuno, da un inconfessabile stupore.
Cambia in corsa dunque l’ambasciatore del Governo nel Consiglio d’indirizzo e verifica dell’Ircss, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di casa nostra. Consiglio che per inciso è presieduto dall’avvocato Emilio Terpin, l’ex commissario del Burlo medesimo, membro di nomina regionale come lo sono i professori Luigi Notarangelo e Paola Secchiero, cui si aggiunge l’ex assessore al Welfare di Dipiazza Carlo Grilli, indicato dalla Conferenza permanente socio-sanitaria.
Beatrice Lorenzin, il ministro della Salute in quota Nuovo Centrodestra, ha designato infatti Di Caterina quale nuovo componente del Comitato che è guidato appunto da Terpin e che resterà in plancia fino al 2015, cioè fino a scadenza del mandato del direttore generale del Burlo Mauro Melato. Di Caterina, capo Segreteria particolare di Maurizio Lupi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in quota Nuovo Centrodestra, va ad occupare così la sedia lasciata vuota dalla dimissionaria Santina Amicone, vicario della Direzione generale delle Professioni sanitarie dell’Ssn, promossa direttore amministrativo dell’Istituto nazionale per la Promozione della salute delle popolazioni migranti.
Meno competenze mirate in campo strettamente sanitario, dunque, e più evidentemente in quello tecnico-infrastrutturale e programmatorio, con quel trait d’union che non guasta della sintonia alfaniana tra il ministro da cui viene il nuovo membro (Lupi) e quello per cui passa la sua nomina (Lorenzin). Nomina a proposito della quale «è in corso l’adozione formale da parte del professor Melato», così si legge in una nota del Burlo, che aggiunge: «Dato il prestigio e le forti competenze professionali dell’onorevole Di Caterina, la sua designazione risulta particolarmente gradita al Burlo in considerazione dell’importante momento di riprogrammazione e rilancio dell’intera sanità regionale e del previsto trasferimento dell’Istituto nel complesso di Cattinara. Un grazie va comunque rivolto alla dottoressa Amicone per il prezioso supporto».
Ma chi è, al di là delle presentazioni ufficiali, il nuovo “saggio” del Burlo? Sostenitore in passato dei circoli della libertà, Di Caterina (foto) dallo scisma dei berluscones ha seguito Lupi diventandone segretario particolare dopo la mancata rielezione nel 2013, e dopo cinque anni alla Camera in cui si era distinto co-firmando una serie di proposte di legge, dalla «donazione del cordone ombelicale» alla «settimana nazionale dell’esame diagnostico mammografico», per dirne un paio). Ma Di Caterina deve soprattutto la sua notorietà all’epica corsa in autostop all’ultimo respiro, dopo aver fuso la propria auto, per depositare in tempo alla Corte d’Appello di Benevento le liste del Pdl in vista proprio delle politiche del 2013 consegnategli tardi in una cupa serata d’inverno a Napoli dall’ex Guardasigilli Nitto Palma. Il suo “la prego, vada un po’ più forte, è una questione di vita o di morte”, scongiurato al vecchietto al volante di una Panda che l’aveva raccolto per strada, resterà nella storia della nostra Repubblica più d’ogni altra attività parlamentare.(pi.ra.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo








