In prova per un anno il trasporto su rotaia

Oggi, forse, da Trieste, una possibile soluzione del pasticcio del gestore unico del raccordo ferroviario che collega il porto di Monfalcone alla rete nazionale. Alla direzione regionale...

Oggi, forse, da Trieste, una possibile soluzione del pasticcio del gestore unico del raccordo ferroviario che collega il porto di Monfalcone alla rete nazionale. Alla direzione regionale “infrastrutture e territorio” la direttrice, Magda Uliana, ha convocato i raccordati, le quattro imprese portuali (Cetal, Midolini, Compagnia Portuale, Marter), la Burgo e il Consorzio industriale responsabile del raccordo e che ha affidato il servizio, che finora è stato gestito in proprio e in “economia” dai raccordati. In particolare dalla Compagnia portuale assieme alla Coracfer che hanno messo a disposizione personale e professionalità logistiche.

La Regione, anche su pressione di Rfi che ha insistito per avere un gestore unico (a colpi di minacce di chiusure e richieste di canoni di manutenzione esagerate) ha bandito una gara che, mesi fa, ha visto la partecipazione di una sola azienda. E dopo incontri, trattative e schermaglie tra quest’ultima che ha mandato avanti i suoi avvocati, e la Regione sembra che si sia trovata una via d’uscita. A quanto si sa, ma la conferma giungerà oggi, l’azienda che ha vinto avrebbe accettato di mantenere lo stesso prezzo (42 euro a carro) che viene praticato attualmente a Monfalcone, ma si tratta di una “prova” che durerà un anno. Se non andrà bene il contratto sarà rescisso.

Una situazione che si presenta alquanto precaria e colma di dubbi per i raccordati, ma soprattutto per un servizio degno di questo nome per un porto che è già in difficoltà e all’indomani dell’annuncio dell’alleanza strategica con Trieste.

Oggi forse si saprà anche il nome e le caratteristiche dell’azienda che ha vinto e che sembra non convinca gli operatori. Si tratterebbe infatti di una realtà logistica che opera altrove, che in Fvg ha soltanto una sede e un capitale sociale che si aggira sui 20mila euro. E a creare ancor più dubbi è la situazione pregressa. Mesi fa infatti era scoppiato il pasticcio quando, dopo il bando della Regione, era arrivata l’offerta, unica, per il servizio. L’impresa che si era presentata ha chiesto 82 euro a carro contro i 42 di costo che viene praticato, con l’accordo di tutti gli operatori, a Monfalcone. Condizioni inaccettabili dal punto di vista economico da parte delle imprese portuali considerando che ci sono realtà portuali(come quella di Livorno) dove la tariffa agevolata è addirittura di 5 euro a carro visto che la differenza di costo è coperta da finanziamenti pubblici.

L’azienda vincitrice ha fatto trapelare già da tempo l’intenzione di abbassare il costo addirittura a livelli attuali, ma la situazione ha suscitato molte perplessità da parte delle imprese e degli operatori che hanno espresso dubbi sulle capacità professionali e logistiche dell’azienda oltre che sulla continuità del servizio in futuro. Senza contare i timori sulle garanzie per il riassorbimento dei 10 dipendenti altamente specializzati (tutti con patenti ferroviarie) che operano attualmente sotto Compagmnia portuale e Coracfer. (g.g.)

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