Incrocio “maledetto” gli staranzanesi sollecitano risposte

Preoccupa l’intersezione tra Staranzano, Monfalcone e Ronchi: «L’abolizione della Provincia rischia di bloccare gli interventi»
Di Ciro Vitiello

STARANZANO. C’è preoccupazione tra i residenti e le opposizioni a Staranzano poiché, con l’abolizione delle Province, si allontana sempre di più la possibilità di risolvere il nodo della viabilità al cosiddetto incrocio “maledetto”, soprattutto per gli abitanti della zona sempre a rischio di sinistri. Un crocevia particolarmente pericoloso, che insiste sui territori di ben tre comuni (Staranzano, Monfalcone, Ronchi dei Legionari), teatro di incidenti quasi quotidiani, e che passa quasi nell’indifferenza a causa di una burocrazia complicata, che impedisce di arrivare a una qualsiasi presa di posizione.

Una lentezza resa ancora più evidente per il fatto che coinvolge pure la Provincia di Gorizia, trattandosi di una confluenza sulla strada provinciale 11 (Staranzano-Ronchi), ente che a breve ormai sarà svuotato dei suoi poteri. Con la soppressione dell’ente, infatti, tra i servizi sospesi e gli inevitabili trasferimenti di personale, figura anche il blocco della manutenzione delle strade di competenza provinciale.

L’ultima volta che si è parlato di questo spinoso il problema è stato a fine 2015, durante un’assemblea pubblica convocata dall’assessore alla Mobilità sostenibile, Andrea Corà, in occasione presentazione del Pums, ovvero il Piano urbano della mobilità sostenibile, progetto che aggiorna il piano del traffico con un’ottica che privilegia la mobilità debole, assieme ai Comuni di Ronchi dei Legionari e Monfalcone. Era presente all’incontro anche l’assessore omologo di Monfalcone, Fabio Gon. Allora, al fine di ridurre i rischi di incidenti, era stato spiegato che si era giunti a un accordo con il Comune di Ronchi per istituire un senso unico sull’ultimo tratto di via Dobbia, dall’incrocio di via Monsignor Faidutti a via Redipuglia. Un analogo intervento verrà adottato dal Comune di Staranzano per via Colussi, da via De Amicis verso via Slataper.

La lentezza con cui si cerca di porre rimedio al difficile problema, è stata recentemente rimarcata dagli abitanti che hanno presentato una petizione popolare a fronte della raccolta di 400 firme, proposta dall’ex capogruppo di Rifondazione comunista Carlo Ambrosino e consegnata ai rispettivi sindaci di Staranzano, Monfalcone, Ronchi dei Legionari. Con la petizione si chiede la costruzione di una rotatoria inserita anche nel Put, il Piano urbano del traffico dei Comuni, per rallentare la velocità in quell’area evitando incidenti e tamponamenti.

Da 1979 al 2015, in quell’incrocio sono stati registrati sei incidenti mortali. Del problema si è occupato anche il gruppo consiliare “Alternativa” (Adriano Ritossa e Pasquale Pusateri) con la presentazione di un’interpellanza rivolta al sindaco Riccardo Marchesan e all’assessore competente alla Mobilità sostenibile.

«Ci fu data assicurazione – spiega Ritossa - che c’era un progetto risolutivo. Preoccupano, invece, allo stato attuale i silenzi e la prospettiva del prossimo scioglimento della Provincia di Gorizia, con il rischio di vedere bloccata tutta l’operazione della sistemazione del pericoloso incrocio, magari per motivazioni puramente burocratiche, venendo a mancare uno dei soggetti interessati, con conseguente passaggio di competenze ad altro organismo. Non è ancora chiaro, infatti, a chi competerà la manutenzione della strada. Chiediamo al sindaco – aggiunge - di avere l’elenco delle sollecitazioni e verbali di incontri materializzatisi con gli altri enti locali interessati sul problema».

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