Ingrao racconta la morte di uno sciamano
Va in scena oggi uno degli incontri del ciclo “Giugno in biblioteca”. L’appuntamento è per le 19, per la presentazione dei volumi di Ada Ingrao con l’intervento dell’attore Tullio Svettini e dell’autrice di tante particolari fatiche che indubbiamente servono per rimanere attivi anche se gli anni alle spalle non sono assolutamente pochi.
Più che sotto ipnosi, come sta scritto nel sunto del libro, il lungo racconto di Ada Ingrao titolato “Morte di uno sciamano” è la descrizione di tanti sogni, di pensieri, forse anche a occhi aperti. Che poi i sogni vadano da quelli rilassanti a quelli che possano sfociare addirittura in incubi è tutto da vedere, da capire, o meglio da leggere.
Ognuno dovrà, o meglio potrà fare le sue considerazioni dopo aver letto quanto scritto da Ada Ingrao, nativa di Ronchi dei Legionari ma residente a Grado da 25 anni, con una vita alle spalle piuttosto travagliata.
Certo la linea iniziata con “Tracce d’ombra” (autobiografico), “Questa gioia violenta” (racconti) e soprattutto “Laurent” (altri racconti) prosegue ancora dimostrando vitalità e capacità, pur se non facili da capire.
Durante la serata si farà ovviamente accenno anche a questi libri precedenti, ma sarà lo sciamano al centro dell’attenzione poiché lei, l’autrice del libro, dice di sapere tante cose di lui anche se nessuno gliele ha mai dette. Ma chi sarà poi questi Lui?
Forse il Bertrand francese dalla bella voce, o qualcuno che gli assomigli forse non tanto nemmeno nel fisico quanto intellettualmente, del quale è innamorata? Quel “Bertrand” che l’ha «presa con tanta violenza e profondità?». Non mancano i controsensi e le riflessioni: uno dei tanti pensieri di Ada Ingrao, riportato in questo romanzo, attesta che «siamo sempre e comunque incompleti». (an.bo.)
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