Integrazione a pranzo con Ramzan e Tariq

Partito il progetto della Microarea di Ponziana: richiedenti asilo come chef. Protagonista il riso Biryani
Di Francesco Cardella
Foto BRUNI 10.02.16 Centro sociale di via Lorenzetti-scuola di cucina degli immigrati
Foto BRUNI 10.02.16 Centro sociale di via Lorenzetti-scuola di cucina degli immigrati

Cucinando si impara, gustando i possibili sapori dell’integrazione e quelli della socialità. Una lezione che arriva dalla prima tappa di “Indovina chi viene a pranzo”, l’iniziativa varata dalla Microarea di Ponziana con il Consorzio Italiano Solidarietà, la Cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale e il Dipartimento delle Dipendenze, una “puntata pilota” apparecchiata ieri sul desco del Portierato sociale di via Lorenzetti. Un menù etnico, alcuni volontari, una trentina di commensali ma al centro soprattutto loro, i cuochi, il ventottenne Ramzan e Tariq, classe 1992, originari del Pakistan ed entrambi accuditi all’interno del Consorzio Italiano Solidarietà in attesa del riconoscimento ufficiale di asilo. Aspettativa invece coronata da Kalid, il terzo cuoco atteso alla ribalta dei fornelli ponzianini ma raggiunto proprio ieri dalla ufficializzazione del protettorato internazionale da parte della Questura.

Ramzan e Tariq si danno comunque da fare e animano il Master Chef made in Kashmir puntando su una versione del riso Biryani, un vero classico pare, una ricetta della festa dove pollo, spezie e verdure vanno a braccetto. Il copione nel complesso funziona. I commensali osservano la prassi, annotano e danno una mano nell’apparecchiare la semplice tavola che accoglie il nuovo percorso. La cottura procede, magari è troppo lunga (si pranzerà attorno alle 14) ma si fa “sentire”, letteralmente, con l’odore della cipolla che sembra dipingere le pareti, l’aglio che non vuol fare la comparsa e lo zenzero sventagliato di continuo sul pollo da rosolare e il riso da lessare. Spezie in abbondanza, profumi intensi e, fatto fondamentale, molta partecipazione.

Il pranzo è servito insomma e assieme ad esso viene sfornato in dote il contorno ideale auspicato alla vigilia, specie dai volontari del Consorzio Italiano Solidarietà, la sigla triestina con sede a Scorcola, da vent’anni in prima linea sul fronte dell’accoglienza e nei processi di integrazione di rifugiati internazionali: «Queste sono iniziative che permettono ai soggetti di mettersi pubblicamente in gioco in attesa della risoluzione - ha espresso l’operatore Giulio Zeriali - con la Microarea poi i rapporti funzionano sempre e si rivelano fondamentali, in quanto offrono scambi, confronti e relazioni, di ogni tipo».

E non è tutto. Il primo scalo ha regalato anche un respiro all’insegna di “Aggiungi un posto a tavola...”, con l’arrivo, attorno alle 13, di una delegazione di psicologi, terapisti e psichiatri, giunti dalla Scozia e dal Galles, in visita a Trieste nell’ambito di un progetto di cooperazione. Anche per loro una ciottola di riso, pollo e spezie, pietanze orfane tuttavia solo di un bicchiere di birra o vino, alimenti banditi dalle parti della Microarea di Ponziana. Il 17 e 24 febbraio si replica, e poi ancora in marzo, nella giornata del 3. Stessi cuochi ma altre ricette, forse più elaborate ma di certo semplici e fattibili. Come alcune delle strade che portano all’integrazione.

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