Intesa sul modello di accoglienza dei profughi

«Regione e governo devono far rispettare il patto fra Comuni». «Serve però più dialogo con i cittadini»
Silvano Trieste 11/11/2015 Silos 11/11/15
Silvano Trieste 11/11/2015 Silos 11/11/15

Non sono le politiche sull’immigrazione a dividere i due candidati. Il sistema dell’accoglienza diffusa, ne sono convinti entrambi, «ha funzionato». Roberto Cosolini e Francesco Russo parlano di un «modello Trieste», nonostante la vergogna del Silos.

Il sindaco però ieri non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, perché solo una cinquantina di sindaci, tra i 216 esistenti in Fvg, danno ospitalità ai migranti. «In qualche momento, e lo dico anche pensando agli esponenti del mio partito - ha avvertito Cosolini -, sui temi difficili non abbiamo avuto la squadra per affrontarne l’impatto. Però vanno dette due cose - ha rimarcato - i soldi per i cittadini non sono andati agli immigrati». Ha portato i numeri: la spesa per il welfare, pari a 57 milioni di euro all’anno, è cresciuta di 7 milioni dall’amministrazione precedente. «Questo significa che i triestini non sono passati in secondo piano», ha ripetuto Cosolini. «I sindaci sono sul fronte e hanno bisogno di poter contare sulle retrovie che si chiamano Regione, Prefettura e Governo. Questo all’inizio secondo me è stato insufficiente. Mi par di capire che dopo le ultime strigliate la situazione è in miglioramento», ha assicurato. «Il carico deve essere ripartito tra tutti: non ci possono essere sindaci che si portano tre valige sulle spalle e altri che viaggiano senza nemmeno uno zainetto. Questo è avvenuto per troppo tempo. Il modello di accoglienza diffusa ha dei tetti oltre i quali non si va. I tetti che sono stati fissati un anno fa erano sotto i 500 - ha ricordato -, noi siamo arrivati a 800. Oltre a questo numero non ci sono posti, pena far saltare un equilibrio delicato. Affinché non ci sia il problema del Silos si deve fare in modo che i Comuni che non ospitano profughi comincino a darsi da fare. Regione e Governo devono mantenere il patto e quando è stato attuato - ha sottolineato Cosolini - abbiamo vuotato il Silos senza che si riempisse il Tergesteo o il portico sotto il municipio. Avessimo chiuso il Silos con due muratori e un carro di mattoni, come ha detto nella pittoresca intervista Dipiazza, allora sì che avremmo avuto i profughi sotto il Tergesteo e il municipio».

D’accordo Francesco Russo. «È una questione più grande di noi che non si esaurirà in questa campagna elettorale - ha commentato il senatore - sono orgoglioso di come la mia città ha risposto su questo tema. Siamo una città in cui l’accoglienza si è sviluppata in modo più avanzato che in altre parti d’Italia e d’Europa. Qui è un modello che non ha creato troppi disagi. Credo però che sia necessario più dialogo tra la politica e i cittadini per non minimizzare e nascondere le paure. Forse qualche battuta che ha puntato a un eccesso di buonismo e a sottovalutare i timori, o gli eventi sgradevoli che sono accaduti, può essere un aspetto da migliorare». (g.s.)

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