Invertito il rapporto arrivi-trasferimenti

«È la prima volta, da due anni a questa parte, che l’arrivo in città dei richiedenti asilo è inferiore a quello dei trasferimenti». La notizia arriva dal presidente dell’Ics-Consorzio italiano di solidarietà, Gianfranco Schiavone, il quale spiega come questa contrazione di presenze sia dovuta «a una maggiore frequenza e sistematicità dei trasferimenti verso le altre regioni italiane». Nel solo mese di gennaio, infatti, sono arrivati a Trieste 83 profughi, a fronte di 150 richiedenti asilo che hanno lasciato il capoluogo regionale.
Una tendenza, questa, che trova conferma anche nei numeri del capannone di via Rio Primario, la struttura di Valmaura, che attualmente risulta occupata solamente per metà della capienza complessiva. «Le proteste per l’arrivo dei richiedenti asilo ci sono sempre state – sottolinea Schiavone - . È un fenomeno che, quando esce dalla pura fantasia per incontrare la realtà, cessa di esistere. È successo anche in occasione dell’apertura della struttura di Valmaura, per la quale adesso non ci sono più proteste».
Quella di via Rio Primario, però, non può essere considerata una struttura definitiva. «Ho detto fin dal suo primo giorno di apertura – così Schiavone – che quella sarebbe stata una soluzione temporanea, necessaria per affrontare l’arrivo dell’inverno. Quanto prima bisognerà individuare un luogo alternativo per accogliere i profughi, che sia più attrezzato, visibile e, quindi, anche maggiormente controllabile». E quel luogo appunto, stando alle ultime indicazioni, potrebbe essere proprio l’ex Circolo sottoufficiali di via Cumano.
Anche l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Trieste, Laura Famulari, trova opportuno «superare la struttura di via Rio Primario». L’attuale assestamento degli arrivi, che ha fatto scendere le presenze attorno alle 800 unità, suggerisce evidentemente la riorganizzazione dei servizi di prima accoglienza dei profughi, anche in vista della bella stagione, un periodo durante il quale solitamente aumentano i flussi di migranti.
«Resta il fatto - puntualizza l’esponente della giunta Cosolini - che la Regione deve proseguire con la politica dei trasferimenti verso le altre regioni italiane, in modo da alleggerire i Comuni che risultano maggiormente sotto pressione».
(lu.sa.)
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