La bici del migrante nel fiume è un dono della Caritas

«Sono disperati, eppure tutti (o quasi) sfoderano telefonini dell’ultima generazione che costano tantissimo. Dove li trovano i soldi necessari?» Sino a ieri era questo il refrain fra i goriziani che...
Bumbaca Gorizia 18.08.2015 Sgombero profughi dall'isola sull'Isonzo Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18.08.2015 Sgombero profughi dall'isola sull'Isonzo Fotografia di Pierluigi Bumbaca

«Sono disperati, eppure tutti (o quasi) sfoderano telefonini dell’ultima generazione che costano tantissimo. Dove li trovano i soldi necessari?»

Sino a ieri era questo il refrain fra i goriziani che malsopportavano (e malsopportano tuttora) la presenza dei richiedenti-asilo sul suolo comunale.

Ieri, i commenti (anche e soprattutto su Facebook) hanno riguardato un altro... oggetto. Nelle splendide foto di Bumbaca pubblicate dal Piccolo che immortalavano lo sgombero dei profughi dalle rive dell’Isonzo, più di qualcuno ha focalizzato l’attenzione sui migranti che attraversavano il fiume portandosi dietro una bicicletta. «Da dove arrivano quei velocipedi? Mica sono stati rubati a qualche goriziano? Dove hanno trovato i soldi per fare quegli acquisto?»

Abbiamo girato queste domande ai carabinieri di Gorizia, i quali avevano notato da giorni la presenza, giudicata insolita, di richiedenti-asilo a cavallo di biciclette: non costosissime mountain bike o bici da corsa ma semplici mezzi con poche pretese.

«Stiamo facendo tutte le verifiche del caso e stiamo incrociando le eventuali denunce di furto di velocipedi per verificare se c’è la responsabilità di qualche immigrato», fanno sapere i militari dell’Arma.

Ad oggi, non si è evidenziato alcun reato. «Dalle informazioni in nostro possesso, è emerso che molte biciclette sono state messe a disposizione degli immigrati dalla Caritas diocesana. In altri casi, sono stati cittadini goriziani che hanno deciso di fare un regalo a quelle persone per agevolare i loro spostamenti», la sottolineatura dei carabinieri. Ma le indagini non sono finite. Nè fra le forze dell’ordine, nè (soprattutto) fra i frequentatori di Facebook.

(fra.fa.)

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