La carenza di medici allarma il Consiglio comunale di Gorizia. Convocati in aula i vertici regionali

Decisa una seduta ad hoc con audizioni di Riccardi e Poggiana. Il sindaco Ziberna avrebbe preferito una commissione

Francesco Fain
Gli spazi riservati al pubblico sono stati occupati dai cittadini e dai componenti del Comitato salute pubblica che si batte affinché vengano potenziate le schiere dei medici di medicina generale. Nelle foto alcuni momenti della seduta consiliare (foto Marega)
Gli spazi riservati al pubblico sono stati occupati dai cittadini e dai componenti del Comitato salute pubblica che si batte affinché vengano potenziate le schiere dei medici di medicina generale. Nelle foto alcuni momenti della seduta consiliare (foto Marega)

La protesta per la carenza dei medici di medicina generale sale di livello. Perché, trasversalmente, il Consiglio comunale di Gorizia chiede garanzie e ha ottenuto la convocazione, per una prossima seduta monotematica da organizzare, sia dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi sia del direttore generale di Asugi Antonio Poggiana. Tecnicamente, il documento non è stato messo ai voti, bensì fatto proprio al sindaco Ziberna anche se il percorso non è stato del tutto lineare.

Il nodo-Asap

Intanto, rammentiamo il contenuto della mozione che si apre con il grido d’allarme relativo ai 4 mila goriziani (oggi diventati 5 mila, la mozione risale al 20 maggio e la situazione è peggiorata ulteriormente) senza un medico di base, «cittadini costretti a ricorrere agli Asap che non possono garantire una corretta continuità assistenziale».

Si evidenzia, anche, che questi speciali ambulatori sono dislocati in posizione periferica a nocumento di persone anziane o con disabilità. «Tale situazione adottata come emergenza rischia di trasformarsi in routine, con gravi ripercussioni per la salute dei cittadini». Non solo. Come ricordato in aula da Marco Rossi (Pd), uno dei firmatari del documento assieme ad Andrea Picco (NoiMiNoalstrisGo!) e Rosy Tucci (Gorizia è tua), «nel nostro ospedale, a breve, lasceranno per sopraggiunti limiti di età importanti figure apicali di due strutture complesse fondamentali».

Gli impegni presi

Da qui, l’impegno che si sono presi sindaco e Giunta di porre in essere «tutto quanto di propria competenza» per individuare spazi più centrali e facilmente raggiungibili quale sede degli Asap; ad agire affinché venga realizzata una rete di trasporto pubblico sanitario per i disabili e gli anziani verso ambulatori e luoghi di cura; a convocare l’assemblea dei sindaci dell’Alto Isontino sulla programmazione sanitaria del territorio.

Alla riunione consiliare, nonostante l’ora tarda, ha preso parte un nutrito numero di componenti del Comitato salute. «Condividiamo un elemento basilare: la sanità e il benessere psico-fisico - le parole del sindaco - riguardano le persone più deboli della società. La situazione dei medici di base ha portato anche ad un uso improprio del Pronto soccorso. Non possiamo non essere d’accordo sui contenuti del documento. Non esistono destra, sinistra, maggioranza e minoranza su questo tema. Conveniamo sul focus di questa mozione».

Il distinguo

Ziberna ha cercato, in un primo momento, di scongiurare la convocazione di un Consiglio comunale monotematico, chiedendo di optare per una commissione. «Una seduta consiliare sarebbe difficile da gestire, vincolata al regolamento e non gettonata», il suo ragionamento. Probabilmente, la verità è che il primo cittadino non voleva un Consiglio, troppo solenne, troppo ufficiale e che rischiava di trasformarsi in una sorta di trappolone per l’assessore regionale Riccardi e il direttore generale di Asugi Poggiana.

Ma Andrea Picco, esponente d’opposizione, ha preteso che si svolgesse una riunione consiliare con tutti i crismi, pur senza il gettone di presenza. Si è riunita la capigruppo per dirimere la questione e, alla fine, la sua richiesta è stata accolta, nonostante la ritrosia evidente del primo cittadino. La “sua” maggioranza ha dato ragione all’opposizione. Un dato politico, quantomeno, interessante.

In chiusura di seduta, complice un microfono lasciato acceso, si è udita nitidamente la frase della presidente del Consiglio Silvia Paoletti che, con termini colloquiali e un po’ coloriti, si è rivolta – spiega - «a una parte intemperante del pubblico durante tutta la seduta». Un piccolo incidente di percorso. —

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