La cima “assassina” del Monte Plauris, uccise due soldati

Il Monte Plauris (1.958 metri sul livello del mare) è un punto di osservazione molto ambito. Dalla sua cima si possono ammirare stupendi panorami sull’area collinare del Friuli e oltre. Il Plauris è anche la cima più alta delle Prealpi Giulie ed è una delle mete preferite per chi vuole visitare il Parco naturale delle Giulie.
Senza dubbi è una montagna che invita l'escursionista. Ma al contempo deve anche invitare alla prudenza. Solo a fine maggio di due anni fa, infatti, perirono anche due militari del Terzo reggimento guastatori di stanza alla Caserma Berghinz di Udine, che in libera uscita scelsero di salire su quella cima panoramica. I corpi del 47enne di Majano Edi Puzzolo e di Antonio Presicce, 45 anni, originario di Nardò (Lecce) e residente a Udine, furono ritrovati in fondo a un canalone. Stefano Beltrame, il 47enne caduto sul Monte Plauris scivolando sul terreno insidioso se non attraversando una striscia di neve, è il terzo escursionista che perde la vita sulle montagne friulane questo mese. Domenica 8 giugno, nel gruppo dello Jof Fuart, era precipitato per 300 metri il noto imprenditore di Gemona Riccardo Aita di 55 anni. Stava scalando la parete, ancora innevata, delle Cime Casterein e nei giorni scorsi, in Terapia intensiva all’ospedale di Klagenfurt, aveva cessato di battere il cuore dell’architetto udinese Pierpaolo Fantoni. Fantoni, 56 anni, era stato colpito da una pioggia di pietre mentre con moglie e amici stava salendo per il versante austriaco al Passo Monte Croce Carnico per visitare postazioni della Grande Guerra nell’area del Pal Piccolo. Tre morti nell’arco di otto giorni: è un segnale d’allarme da non sottovalutare, considerando che la stagione è solo all’inizio.
«È un invito alla prudenza, per i semplici escursionisti e gli alpinisti – dichiara un esperto del Soccorso alpino – perchè la montagna non è assassina e la fatalità è solo una scusante per sminuire comportamenti scorretti. Quelli sì purtroppo fatali». Insomma, alla base degli incidenti c’è l’errore umano, sui monti sempre in agguato. Come prevenire gli infortuni? «Anzitutto imparando a conoscere se stessi e le proprie capacità fisiche e tecniche. Mai spingersi oltre. Inoltre quest’anno anche sotto i 2mila permane ancora un manto di neve: da affrontare solo al mattino presto» spiega l’esperto.
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