«La Contessa Beretta? Vogliamo valorizzarla»

FARRA D’ISONZO. «La Contessa Beretta? Continuerà ad essere una casa di riposo. O, comunque, una struttura che darà delle risposte alla popolazione più anziana. Queste sono le nostre intenzioni, nonostante tutto».
E dietro quel “nonostante tutto” c’è la brutta vicenda dei presunti maltrattamenti agli anziani ospiti della casa albergo di Farra d’Isonzo che, nei mesi scorsi, ha gettato nello sgomento e nell’incredulità l’intero Isontino. A delineare progetti e programmi dell’amministrazione comunale è il sindaco Alessandro Fabbro che non vuole entrare nel merito della vicenda («Parlerò quando le indagini saranno terminate», promette) ma non si sottrae alla domanda del cronista su quello che dovrà essere il futuro della casa di riposo: struttura, vale la pena di ricordarlo, che è rimasta aperta e funziona. «Le cose sono molto semplici: noi siamo proprietari di questa struttura che storicamente è sempre stata una casa di riposo - scandisce il sindaco -. Vero è anche che non sono più i tempi di case per autosufficienti: quindi, qualcosa dovremo studiare per il futuro. Se la cooperativa Ambra (quella che attualmente gestisce la casa albergo, ndr) dovesse andare via, siamo pronti a tirare una riga e a studiare un futuro per la “Contessa Beretta”. Per noi, resta una struttura importante, assolutamente da valorizzare in sintonia con le esigenze del giorno d’oggi».
Quindi, anche se la cooperativa dovesse fare un passo indietro, la Contessa Beretta non diventerà un immobile inutilizzato, disabitato, tristemente chiuso. Il Comune di Farra d’Isonzo è pronto a rilanciare e a confermare una finalità sociale a quella struttura.
Come si ricorderà, erano state indagate per maltrattamenti (articolo 572 del codice penale) tre operatrici sanitarie straniere della “Contessa Beretta” di Farra d’Isonzo: queste avevano presentato ricorso al Tribunale del riesame contro l’ordinanza di applicazione della misura di divieto di dimora a Farra, ma l’organismo lo aveva bocciato, confermando il quadro “disegnato” dai carabinieri e confermando anche le misuire cautelari. I file audio, raccolti attraverso intercettazioni ambientali, testimoniano un modus operandi caratterizzato, come evidenziato dal Gip nella misura cautelare, da «sopraffazioni, ricatti, costrizioni e offese: un comportamento impositivo di un regime di vita mortificante e avvilente ai danni degli anziani ospiti della struttura».
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