La cultura del rispetto per combattere il bullismo

Troppo spesso si finisce per parlare di bullismo o discriminazione solo quando è troppo tardi, in occasione di incidenti o tragedie. Importante, invece, è tenere alta l'attenzione sulla questione...
Bumbaca Gorizia 26.02.2016 Provincia, bullismo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.02.2016 Provincia, bullismo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Troppo spesso si finisce per parlare di bullismo o discriminazione solo quando è troppo tardi, in occasione di incidenti o tragedie. Importante, invece, è tenere alta l'attenzione sulla questione sempre, e soprattutto lavorare perchè di discriminazione non si debba parlare. E' quel che prova a fare la Provincia di Gorizia, con le sue politiche dell'inclusione e, tra le diverse iniziative, il progetto “What's Up”, di cui ha voluto parlare una volta di più ieri mattina l'assessore al Welfare Ilaria Cecot, cogliendo l'occasione della presentazione – in serata alla libreria Ubik – del libro “L'ultima volta che ho avuto 16 anni”, di Marino Buzzi, anche lui presente ieri in Provincia. Il libro riflette sul fenomeno della discriminazione e di quello che comunemente viene definito “bullismo” (ma va fatta attenzione a non generalizzare) raccontando la storia di Giovanni, uno studente che viene pesantemente vessato dai compagni di scuola a causa della sua obesità.

«A mio parere è fondamentale portare questi argomenti tra i ragazzi ed i bambini fin dalla tenera età – ha detto Buzzi -, per farli riflettere e per diffondere il più possibile la cultura del rispetto». Che, di fatto, è l'unica vera medicina alla discriminazione. «Onestamente sono contraria all'utilizzo del termine bullismo, in quando mi pare che questo non faccia altro che mettere un'etichetta a situazioni che invece andrebbero indagate a fondo, caso per caso – spiega Ilaria Cecot -. Non bisogna agire per condannare, ma lavorare sull'inclusione, ed è quello che noi della Provincia cerchiamo di fare da tempo, ad esempio con il progetto What's Up: dando ai giovani la possibilità di parlare, aprirsi e raccontarsi, diamo loro anche l'occasione di costruire un'identità, e imparare ad accettare quella degli altri». E dunque la diversità. Lo ha raccontato ieri anche Igor Damilano, in prima fila proprio nelle tante iniziative con gli studenti e i giovani del territorio previste da What's Up. Per quel che riguarda il fenomeno del bullismo, poi, diventa difficile definirne i contorni e la portata, nel nostro territorio. Interessanti sono i dati forniti da un recente studio condotto in regione su 2138 studenti delle scuole medie e superiori (339 della provincia di Gorizia) sul tema delle discriminazioni omofobiche. Si scopre che quasi l'80% degli studenti ha sentito da “qualche volta” a “sempre” termini denigratori nei confronti degli omosessuali di sesso maschile (si scende a meno del 30% nel caso delle ragazze), mentre il 22% circa degli intervistati ha ammesso di aver assistito anche a comportamenti discriminatori. Lo studio evidenzia come gli atti di bullismo diminuiscano se gli studenti percepiscono gli insegnanti come attivi nel contrastare le discriminazioni omofobiche.

Marco Bisiach

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