La lotta al cyberbullismo inizia sui banchi di scuola

Tappa a Trieste per la campagna “Una vita da social” promossa dalla Polizia postale Fornite a bambini e ragazzi istruzioni per l’uso per chattare e navigare sicuri in rete
Di Francesco Cardella
Lasorte Trieste 15/10/15 - Piazza Unità, Polizia Postale, Conferenza sui Pericoli Online
Lasorte Trieste 15/10/15 - Piazza Unità, Polizia Postale, Conferenza sui Pericoli Online

Mondo virtuale, problemi concreti. Nasce per prevenire e contrastare reati come lo stalking, i furti d'identità e il cyberbullismo la campagna “Una Vita da Social - Studenti sempre connessi”, promossa dalla Polizia di Stato in collaborazione con il ministero dell'Istruzione. Il progetto nazionale, giunto alla sua terza edizione, è approdato ieri a Trieste con un incontro in Piazza Unità curato dagli uomini della Polizia Postale.

Per un giorno gli studenti sono andati quindi a lezione di sicurezza in rete, ricevendo delle vere e proprie “istruzioni per l'uso” utili per evitare brutte sorprese nell'ambito delle comunicazioni a portata di mouse. Una “mission” che la Polizia porta avanti da tempo in tutta Italia, promuovendo incontri già alle scuole primarie con alunni, insegnanti e possibilmente anche genitori, i primi ad essere coinvolti nella battaglia. Oltre alla formazione frontale, la campagna ha attivato anche un sondaggio che ha coinvolto 2000 giovani (53% ragazze). Il 67% del campione è formato da ragazzi tra 14 e 17 anni, il 22,5% da studenti tra i 18 e i 20 anni e il 10% dai 11 ai 13, fascia di età quest'ultima ritenuta già a rischio. La ricerca - condotta da skuola.net - parte intanto da un dato significativo: 2 intervistati su 3 hanno dichiarato di aver paura di diventare vittime di episodi di cyberbullismo, il bullismo che si allea con la solitudine e sfrutta la rete per colpire. Accanto a tale aspetto spiccano altri dati significativi del sondaggio, come il picco di 80% degli intervistati propensi a credere che i social siano fondamentali in chiave di relazioni personali e il 48,8% che ha dichiarato di «sentirsi infastidito in caso di mancata connessione» .

Guida all'uso responsabile quindi. Missione ardua ma non impossibile, battaglia che ieri a Trieste si è tradotta in una seria di incontri con le scuole (avvenuti a bordo del truck ufficiale della campagna nazionale) e con la relazione di Giuseppe Panarello, direttore tecnico della Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia. La tappa in piazza Unità ha potuto contare anche sulla presenza di una serie di “testimonial” di peso: dal questore Antonio Maiorano ad una rappresentanza della Pallacanestro Trieste, composta dai giocatori Andrea Pecile, Stefano Bossi, Lorenzi Baldasso, dal vicecoach Matteo Praticò e dal responsabile marketing Livio Biloslavo. Un selfie forse rincuora ma una vita di relazioni portata avanti solo nel mondo virtuale non può appagare del tutto. La nuova fase della moda social potrebbe iniziare anche da questa consapevolezza, alimentando un maggior senso di rispetto e discrezione, spunti trasmessi proprio dalla rappresentanza sportiva invitata ieri a supporto della tappa triestina di "Vita da Social".

A proposito di Trieste. La campagna locale di prevenzione, nell'arco del 2014 e del primo semestre del 2015, ha coinvolto dal vivo un pubblico di 2034 studenti e di 356 genitori. Stando ai curatori dell'iniziativa, la città non sembrerebbe particolarmente coinvolta in casi di bullismo da rete, registrando pochi e sporadici casi di abusi e relativi interventi. Quasi un'isola, ma virtualmente, felice.

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