La messa dopo 100 anni sull’altare di guerra

Al rito presenti i pellegrini di Romans che si sono recati a piedi al santuario di Maria Zell

ROMANS. Loro, i numerosi e fedeli pellegrini di Romans e di tutta la regione, hanno sostato ogni anno davanti a quell'altare di cemento, ormai quasi completamente inghiottito dall'erba e dai rovi e che qualcuno di recente ha voluto forse difendere dall'oblio, tracciando con il pennarello un’Ave Maria dentro quel che resta del tabernacolo, posandovi pure al suo interno una statuetta della Madonna e un rametto di legno a mo' di croce. Hanno sostato fin da quando hanno istituito la camminata per raggiungere il santuario di Maria Zel, a Lig in Slovenia, partendo dalla chiesa del Preval a Mossa. Si tratta di un altare innalzato 100 anni fa sul fronte della grande guerra, lato italiano, che attraversava anche le alture dell'attuale Collio sloveno, il Brda, teatro di cruenti scontri. Si sono sempre fermati in silenzio per riflettere e ricordare i tantissimi caduti, poco più che ragazzi, che hanno concluso la loro vita lassù, nell'inferno di quell'assurdo quanto immane conflitto che ha devastato l'Europa. Un omaggio che quest'anno i pellegrini romanesi hanno voluto rendere ancor più significativo e tangibile in occasione del centenario dell'inizio della grande guerra. E' nata così l'idea degli organizzatori di ripulire l'area e celebrare, a distanza di 100 anni, la messa sulla mensa di quell'altare di guerra. Armati del necessario hanno così sistemato l'area e il giorno dopo, quando è stato rinnovato il pellegrinaggio fino a Lig, hanno posato dei ceri sull'altare e Andrea Bellavite ha rinnovato il rito eucaristico. Prima della celebrazione è stato lo stesso Bellavite a ricordare quanto accadde allora su quelle alture, sottolineando l'assurdità di quegli altari di guerra, davanti ai quali, da entrambe le parti, si combatteva e si pregava, anche la Madonna chiedendo che le pallottole centrassero il nemico.

Edo Calligaris

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