La rivolta delle cuoche invade piazza Unità

Adesioni dell’80% per lo sciopero delle addette alle mense della Dussmann Niente pasti caldi per bambini. L’azienda fa dietrofront e apre al confronto
Di Laura Tonero
Lasorte Trieste 02/03/17 - Piazza Unità, Sala Giunta, Sciopero Addetti Mense Scolastiche
Lasorte Trieste 02/03/17 - Piazza Unità, Sala Giunta, Sciopero Addetti Mense Scolastiche

Panini con prosciutto e formaggio (per intendersi, quelli dei distributori automatici) e brioches confezionate. È il “menù”che i bambini iscritti a nidi, materne ed elementari della città, hanno trovato ieri sul vassoio della mensa per effetto dello sciopero delle lavoratrici della Dussmann. Uno sciopero che ieri ha visto l’adesione dell’80% delle dipendenti dell’azienda a cui, a fine 2015, è andato l'appalto da 21 milioni per il servizio pasti in 42 plessi scolastici. E che, inevitabilmente, ha creato pesanti disagi a famiglie - in molti casi avvisate solo all’ultimo momento dell’agitazione - e alunni. Tanto da spingere la Dussmann a convocare immediatamente personale e sindacati per un confronto fiume terminato solo a tarda serata con la decisione da parte delle operatrici di interrompere anticipatamente l’agitazione dopo aver ottenuto precise garanzie sulla volontà dell’azienda di aumentare il monte ore.

Ieri oltre ad incrociare le braccia molte operatrici delle mense (almeno un centinaio, a fronte delle 154 totali, di cui una ventina ieri in malattia), sono anche scese in piazza Unità per denunciare la riduzione dell’orario e dello stipendio che la maggior parte di loro ha subito. «Di fronte alle nostre rimostranze sulla difficoltà di svolgere le stesse mansioni con meno ore a disposizione, ci sentiamo dire da chi ci controlla sempre la stessa cosa: “Ce la dovete fare”». Una mancanza di disponibilità al confronto, spiegano, a cui nelle ultime ore si è aggiunto anche un altro “giochetto”. «Mercoledì sera i responsabili della Dussmann hanno chiamato molte di noi dicendo che lo sciopero era stato revocato. Ma non era vero», hanno denunciato le dipendenti. «Un comportamento imbarazzante - accusa Andrea Blau della Fisascat Cisl - scorretto e antisindacale».

In alcuni nidi il personale sostituitivo che la Dussmann ha inviato nelle cucine per garantire un minimo servizio, ha preparato qualche piatto di pastina al burro. Il resto degli studenti delle materne, elementari e alcune medie dove le mense, anche se l'istituto è statale, sono in carico al Comune e dunque in appalto alla Dussmann, si è trovato come detto un pranzo al sacco con due panini, una merendina confezionata, una mela che i bimbi più piccoli naturalmente facevano fatica e mangiare a morsi, un succo di frutta e una bottiglietta d'acqua. La maggior parte degli alunni non ha voluto mangiare il “lauto pranzo” e lo ha portato a casa, dove poi alcune mamme l’hanno fotografato e postato sui social. Alcuni genitori hanno appreso solo mercoledì, grazie ad un cartello appeso all'ingresso delle scuole, del disservizio che in questi giorni si sarebbe venuto a creare causa lo sciopero. E qualcuno è andato a prendere il figlio in anticipo per consentirgli di pranzare o fare merenda normalmente.

Nel pomeriggio dopo un incontro con i dirigenti del Comune, i referenti dell'azienda hanno iniziato un confronto con le organizzazioni sindacali protrattosi come detto fino a tarda serata. Sul tavolo il consolidamento del lavoro supplementare. In precedenza c’era stato un incontro con il sindaco, l'assessore all'Educazione, Angela Brandi, e il direttore generale del Comune, Santi Terranova. «Siamo stanchi di pacche sulle spalle e attestati di solidarietà», ha premesso Matteo Zorn della Uil Tucs. «Vogliamo venga ridata dignità a queste persone», ha aggiunto Andrà De Luca della Filcams Cigl. «Sto con voi - ha assicurato Dipiazza rivolgendosi alle lavoratrici - perché non potete vivere con 400 euro al mese e perché in questa vicenda di mezzo ci sono i bambini». «Ci troviamo di fronte a dei contratti capestro - ha premesso Brandi - sono stati attuati dei tagli allucinanti. C'è gente che non arriva a guadagnare neanche 400 euro al mese». Sindaco e assessore nei mesi scorsi avevano fatto anche dei blitz nelle mense per valutare la qualità del servizio. «Voi da persone responsabili, - ha spiegato Dipiazza - regalando ore all'azienda state facendo risultare il servizio perfetto. E io se non registro disservizi non posso contestare nulla all'azienda. D’ora in poi quando il vostro orario di lavoro finisce andate a casa, - ha consigliato - se avete diritto a mezz'ora di pausa fatela invece di continuare a lavorare. Smettetela con i sacrifici e fate emergere le carenze e i problemi: di fronte al disservizio io potrò contestare e fare “un mazzo così” all'azienda». Azienda che, appunto, in serata si è dichiarata disponibile a rivedere le condizioni di lavoro, stabilizzando le ore straordinarie delle operatrici».

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