La situazione sanitaria ora sbarca in Comune

Il direttore Cavallini giovedì dai capigruppo. Il 22% degli stranieri arriva con patologie da traumi
Bumbaca Gorizia 29.09.2016 Conf stampa ASL © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 29.09.2016 Conf stampa ASL © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Giovedì alle 18. Alla fine, la data è stata fissata. La Commissione dei capigruppo, chiamata a sviscerare la questione dei richiedenti asilo e del loro stato di salute, si svolgerà alla presenza di Gianni Cavallini, direttore sanitario dell’Aas Bassa friulana-Isontina. A fissare data e ora è Luca Cagliari, neopresidente del Consiglio comunale. È stata quindi accolta la richiesta del consigliere comunale Federico Portelli, che aveva chiesto un’audizione urgente dei vertici sanitari per chiarire a quali (e a quanti) controlli vengono sottoposti i richiedenti asilo presenti in città, in particolare quelli che pernottano all’interno di galleria Bombi. «L’unione di intenti dei sindaci dei quattro capoluoghi regionali, nata in occasione della visita del ministro degli Interni Minniti, almeno a livello locale, non ha portato ancora a risultati concreti – rimarca Portelli – La Prefettura e l’Azienda sanitaria devono, ognuna per le proprie competenze, dare risposte e individuare soluzioni. Non vanno più alimentate né insicurezze né fobie nella nostra comunità. E non servono nemmeno sterili polemiche politiche».


Cavallini ha accettato di partecipare ai lavori della Commissione e rimarca come «l’evidenza di questi 4 anni di esperienza, coniugata con le rilevazioni epidemiologiche nazionali ed europee, dimostra comunque che i richiedenti asilo sono soggetti che presentano un profilo sostanzialmente di buona salute: una percentuale aggirantesi intorno al 22% presenta, all’arrivo, patologie riferibili a traumi o violenza subite, a sindromi delle prime vie aeree (in genere il banale raffreddore), a moderati disagi psicologici per l’esperienza vissuta nel tragitto di emigrazione dal proprio paese di origine o per problematiche cutanee (in genere la scabbia) che esprimono sostanzialmente l’esposizione a condizioni igienico-sanitarie inferiori alle soglie minime».


Cavallini rimarca anche che «i richiedenti asilo non stanno portando malattie. Le patologie, riscontrate dall’inizio del fenomeno migratorio ad oggi, sono ridotte». Il chiarimento dovrebbe mettere fine alle prese di posizione di questi giorni. «In questi anni, con il supporto della Croce rossa, sono state visitate migliaia di persone. E se escludiamo la scabbia, che è un indicatore di scarse condizioni igieniche, le patologie sono poche. Parliamo di episodi di raffreddamento, malattie croniche come qualche attacco di epilessia, 4 casi di malaria, 4 casi di tubercolosi». Ma come in ogni storia positiva, il rovescio della medaglia c’è. Perché è vero che i richiedenti asilo non sono “untori” e portatori di chissà quale pericolo morboso ma la mancata pulizia rischia di facilitare lo sviluppo di malattie virali o infettive diffusive. Il direttore dell’Ass ha effettuato un sopralluogo in galleria Bombi. «Il problema di fondo – dice – è che, per troppo tempo, queste persone sono state private delle condizioni minime di sopravvivenza. C’è un fiume di richiedenti che si alimenta di continuo visto che i flussi non cessano».


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