La Slovenia invia istruttori militari in Iraq anti-Is

Ma non prenderanno parte ai combattimenti. Baghdad, partita la costruzione di un muro anti-Is
Automezzi dell'esercito iracheno
Automezzi dell'esercito iracheno

ROMA. Mentre i negoziati di pace sulla Siria a Ginevra subiscono una nuova battuta d’arresto, sul fronte della lotta all'Is l'esercito iracheno ha annunciato che un muro sorgerà tutto intorno a Baghdad per proteggere la capitale irachena da incursioni e attentati dei terroristi. «I lavori sono cominciati il primo febbraio - ha precisato il comandante della regione militare, Abdul Amir al Shammary - e comprenderanno la realizzazione di una trincea profonda due metri e larga tre che correrà tutto intorno alla città, affiancata da una strada». Il muro, ha aggiunto l'alto ufficiale, sarà dotato di «torrette di osservazione e telecamere di sorveglianza». Ma non tutti sono d'accordo. Fadhil Al Shuwaily, portavoce del Consiglio provinciale, ha detto che il progetto era stato preso in considerazione in passato, ma era stato scartato perché «sembrava impossibile separare Baghdad dal resto del Paese».

Nel frattempo a Ramadi, capoluogo della provincia di Al Anbar strappata il mese scorso dall'esercito all'Is, altri 13 soldati iracheni sono stati uccisi ieri in bombardamenti dello Stato islamico, che cerca di fermare l'avanzata delle forze governative verso Falluja.

E ieri la Slovenia ha confermato che prenderà parte attiva nelle azioni delle forze occidentali contro l'Is. Lubiana invierà 15 istruttori militari nella capitale del Kurdistan iracheno Erdbil. Una prima compagine comprenderà sei istruttori, successivamente ne saranno inviati altri. Il trasferimento dei soldati sloveni avverrà nella seconda metà del 2016. Della decisione ha parlato anche il ministro degli Esteri, Karl Erjavec, ribadendo che i militari sloveni non prenderanno parte ai combattimenti. Erjavec si è detto convinto che «il rischio sicurezza per la Slovenia non aumenterà a causa di questa decisione».

La terza tornata dei negoziati di Ginevra, dopo il fallimento delle prime due nel 2014, si sarebbe dovuta aprire il 25 gennaio, ma finora le delegazioni del governo e delle opposizioni si erano limitate a parlare separatamente con de Mistura su questioni procedurali. In particolare, lo schieramento anti-governativo poneva come condizione per cominciare le trattative la fine degli assedi delle forze lealiste ad aree del Paese dove la popolazione civile è ridotta alla fame e la sospensione dei bombardamenti governativi e russi. Invece, proprio negli ultimi giorni, l'esercito, sostenuto dai miliziani sciiti libanesi Hezbollah, ha sferrato un'offensiva nel Nord del Paese che ieri ha portato alla chiusura di un corridoio dal confine turco alle aree di Aleppo nelle mani dei ribelli. La prossima mossa potrebbe essere quella di lanciare un attacco per riprendere il totale controllo della metropoli.

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