La Slovenia tartassa monovolume e Suv Vignetta da 220 euro

TRIESTE. Letta la legge, trovato il “regalino”. Sembrava che la rabbia degli automobilisti in Slovenia dovesse esaurirsi con la stangata sulle vignette autostradali portate a 110 euro l’anno rispetto ai 95 del 2013. Invece tra le pieghe della normativa si scopre che la tanto vituperata “gabella” di 220 euro l’anno prevista per gli autotelonati o i furgoni potrebbe ricadere anche sulle automobili private. La legge approvata prevede infatti che ricadano nella categoria dei combinati anche i suv e le monovolume. Basta che queste presentino un’altezza dalla parte in cui lo pneumatico poggia sulla strada fino alla parte più alta del cofano superiore o uguale a 130 centimetri e non pesino più di 3,5 tonnellate.
Dunque, prima di acquistare una vignetta bisognerà armarsi di metro e calcolare l’altezza della propria automobile da dove l’asse anteriore poggia sulla strada alla parte più alta del cofano e questo a prescindere dal fatto che si sia alla guida di un’autovettura “normale” o un autocombinato. Chi dovesse superare o uguagliare i fatidici 130 centimetri, anche per la vignetta settimanale dovrà acquistare non quella da 15 euro, bensì quella da 40 euro. Un calcolo non certo facile che gli stessi ispettori della Dars (Società autostrade della Slovenia) stanno studiando come poter effettuare in strada e col margine minimo di errore. Si pensa di dotare i “vigili” della società autostrade, ma anche le pattuglie della polizia, di uno speciale misuratore al laser.
Pronta la protesta dell’Automobil club sloveno che giudica la normativa inaccettabile e sostiene che le classi di pagamento dovrebbero essere indentificate non in base a strane misurazioni dell’altezza dell’autovettura, bensì in base al suo peso.
Ma c’è di più. Nuova Slovenia (centrodestra) vuole assolutamente emendare la norma perché la misurazione dell’altezza andrebbe a detrimento di quelle famiglie numerose che sono “costrette” a spostarsi con monovolume o combi per poter ospitare l’intero nucleo familiare a bordo. Una norma, quella slovena, che non ha eguali in Europa.
E a livello europeo, come è stato calcolato dal quotidiano di Lubiana Dnevnik, dopo l’ultima tornata di aumenti, la rete autostradale della Slovenia è la più cara del Vecchio continente.
Il calcolo è stato effettuato sui camion e gli autoarticolati che appartengono alla più bassa classe calcolata sulle emissioni di Co2, ossia la classe Euro 0. Ebbene in Slovenia l’autostrada costa 0,432 cent al chilometro. Segue l’Austria con 0,404 cent per chilometro ma qui la vignetta annuale per le automobili private costa 80,6 euro l’anno per una rete autostradale di 2170 chilometri. Al terzo posto si piazza la Francia con 0,308 cent. Dopo la Francia c’è la Germania con 0,288 cent, la Repubblica ceca con 0,279 cent, la Slovacchia con 0,206 cent, la Croazia con 0,189 cent, l’Italia con 0,16 cent e la Polonia con 0,126 cent per chilometro.
Lo scorso anno la Dars ha raccolto 156,4 milioni di euro dal pedaggio degli automezzi pesanti con una perdita stimata di pedaggi non introitati pari a 85 milioni di euro. E questo soprattutto per lo scarso controllo esistente ai caselli autostradali sloveni. Al contrario funziona molto bene il sistema elettronico di controllo della rete autostradale di Germania, Repubblica ceca, Slovacchia e Austria. Qui si calcola che venga monitorato e quindi pagato il 99,7% dei pedaggi. La possibilità di farla franca, dunque, è praticamente nulla.
Ad essere infuriati sono gli autotrasportatori sloveni. «Lo Stato ha perso il senso dell’orientamento - afferma il presidente della sezione trasporti della Camera di commercio slovena Andrej Klobasa - a causa di decisioni folli prese dai precedenti responsabili della Dars ora il conto lo pagano gli autotrasportatori e con loro l’intero comparto industriale del Paese». «Dal governo - spiega ancora Klobasa - ci aspettiamo un aiuto per il settore degli autotrasporti con l’abbassamento delle tasse e delle accise per l’acquisto del carburante o con aiuti per l’acquisto di mezzi più ecologici». «Se la premier Alenka Bratušek - conclude - non ci riceverà entro domenica allora inizierà la nostra protesta». Che, è facilmente ipotizzabile, sfocierà in blocchi delle principali arterie slovene.
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