La stazione di Redipuglia riconquista settanta alberi

REDIPUGLIA. Il taglio, l'agosto scorso, fece scalpore e scatenò una marea di polemiche. Nel giro di pochi giorni Rete ferroviaria italiana pensò di abbattere qualcosa come 50 alberi, in larga parte pini e cipressi, alcuni secolari, alcuni, messi a dimora nel 1936 quando fu inaugurata la Regia stazione di Redipuglia. Sparì, in un colpo d'occhio, tutta la vegetazione attorno alla struttura. Per problemi di sicurezza, si disse. Oggi si mette una pezza. È iniziata nei giorni scorsi, infatti, sempre da parte di Rfi, la piantumazione di 70 alberi di varie specie, tutte presenti e largamente diffuse sui nostri territori.
Un intervento che "piace", ma che, come sottolinea la Pro Loco, deve essere, o almeno si spera, possa essere solo l'inizio di una serie di operazioni che possano dare nuova linfa ad un'area che presenta moltissimi problemi. Rfi, nell'estate scorsa, aveva agito, in una sua proprietà, sulla base di una normativa di legge sulla sicurezza e regolarità del trasporto ferroviario. Rfi ha deciso di tagliare gli alberi che, per l’altezza, potevano, cadendo, arrivare sulle rotaie. Questo,senza necessità né di autorizzazione del Comune, né tantomeno di analisi sulle piante, non rilevando in nessun modo in questo caso il loro stato di salute.
Allora sia l'assessore regionale all'ambiente Sara Vito, sia il sindaco, Antonio Calligaris, si attivarono per chiedere a Rfi il ripristino delle essenze arboree “compatibili con la sicurezza ferroviaria. «In particolare - sottolinea il primo cittadino - abbiamo chiesto, invocando una particolare deroga prevista proprio dalla stessa legge sulla sicurezza del trasporto ferroviario, di recuperare il tradizionale aspetto della stazione, sito storico e di pregio architettonico, provvedendo, anche visto che le circostanze locali lo consentono, alla piantumazione di nuove essenze a più basso fusto». Rfi si è convinta che il sito andasse ripristinato e riqualificato e, accogliendo la richiesta del Comune, ha disposto la ripiantumazione di 70 alberi che, nel tempo, raggiungeranno un' altezza massima compatibile con le distanze di sicurezza dalla ferrovia. Una sistemazione, che l'organizzazione dei "Sentieri di pace", che gestisce, sulla base di una convenzione la stazione diventata museo, accoglie con piacere, considerandola un primo passo importante per una riqualificazione complessiva non solo dell'ambiente ferroviario, ma di tutta la grande area monumentale del Sacrario di Redipuglia.
Il progetto, presentato già a suo tempo, prevede l'arretramento del "dente" di cemento con la formazione di uno spazio verde e la riutilizzazione della storica fontanella, l'abbattimento di qualche pianta ed il rifacimento del marciapiede fino ai piedi del Sacrario secondo le nuove normative. Ciò in modo da dare massima visibilità a tutto il complesso. «Ma questo primo, anche di non difficile realizzazione, momento di riqualificazione dell'area - commenta Franco Visintin - deve necessariamente collocarsi in un programma più ampio che sicuramente non spetta alla Pro Loco. Esso deve passare attraverso ampi e lungimiranti piani di sviluppo, di competenza della politica, locale in primis, ma non seconda quella regionale e nazionale, come volontà determinata a voler sviluppare l'area storica». Quanto fin qui descritto, in merito ad attuazione e programmi di lavoro, ampliato con altri utili suggerimenti circa le varie soluzioni da adottare per rendere la località monumentale del Sacrario al passo coi tempi e dare sviluppo alle attività insistenti sul territorio, non ristringendo gli spazi di frequentazione turistica, fa parte di una "memoria" destinata all'amministrazione comunale di Fogliano Redipuglia per le valutazioni.
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