Largo Panfili fa i conti con il palazzone fantasma

Adesso che è stata completata la riqualificazione di via Trento e Largo Panfili, la sua presenza è, se possibile, ancora più ingombrante. Parliamo dello storico palazzo ottocentesco che un tempo ospitava la sede degli uffici dell’Intendenza di Finanza, ma che ora, da anni, si è trasformato in una struttura dismessa e interamente inghiottita da impalcature e ponteggi. Una sorta di palazzo fantasma.
L’edificio di pregio, sul quale peraltro esiste un vincolo monumentale della Soprintendenza, fu costruito alla fine del diciannovesimo secolo dall’architetto Friedrich Setz, e rientra tra i beni dello Stato. Il palazzo incarna l’ideale prosecuzione dell’edificio delle Poste Centrali che si affaccia su piazza Vittorio Veneto. Anche se esternamente può sembrare una struttura unica, si tratta in realtà di due corpi distinti separati all’interno da un cortile centrale e da due laterali.
L’edificio ha fatto capo, nel corso degli anni, a una serie di società immobiliari, che si sono succedute nella gestione, tutte specializzate nella valorizzazione e compravendita di immobili di pregio di pertinenza dello Stato. Il palazzo è di fatto sul mercato da anni, ma al momento non sono arrivate offerte concrete. Eppure l’occasione per i possibili investitori, sia pubblici che privati, ci sarebbe. Su richiesta delle stesse società immobiliari, nel caso specifico di Fintecna Srl, che poi ha ceduto la proprietà a Italia Turismo, cui si aggiunge adesso l’interesse della Cassa Depositi e Prestiti, società finanziaria controllata per gran parte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata cambiata la destinazione d’uso dell’immobile. In sostanza, in un processo già avviato con la precedente amministrazione comunale e che di fatto si è concretizzato con la recente approvazione del Nuovo Piano Regolatore generale, l’area, da zona per servizi a interesse pubblico, è stata assimilata a quella del centro storico primario e quindi sono stati ammessi interventi di tipo residenziale, alberghiero e commerciale. L’idea è dunque quella di dare vita ad una struttura alberghiera e a un complesso residenziale. Ma al momento rimane solo un progetto virtuale.
L’edificio si sviluppa su sei livelli, per una superficie che sfiora i 15mila metri quadrati e ha conservato le sue originali caratteristiche, sia esterne che interne, con la presenza di scale monumentali, vasti saloni, arcate, balaustre a colonnine e statue. Non è mai stato ufficialmente stabilito un prezzo di vendita, ma il valore non dovrebbe discostarsi troppo dai 20 milioni di euro. Ne servirebbero poi almeno altrettanti, almeno sulla carta, agli investitori che volessero realizzare l’ambizioso progetto. Al momento però non si muove foglia.
Solo l’enorme impalcatura con tubi innocenti, assi di legno e teloni verdi a coprire il tutto, è lì in bella (ma meglio sarebbe dire brutta) mostra. In questi anni gli unici interventi realizzati sono stati quelli di consolidamento e messa in sicurezza dell’edificio. Nel dettaglio, si è provveduto alla bonifica da amianto di parte del tetto e alla realizzazione di un sistema di impermeabilizzazione. Poi alcuni lavori di puntellamento agli intonaci delle facciate. Ma la vera e propria opera complessiva di “restyling” non è mai partita.
«Speriamo che la situazione possa sbloccarsi in tempi brevi - ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto, in occasione dell’ultimazione dell’intervento di via Trento e Largo Panfili -. Queste impalcature non rendono giustizia al nuovo volto della piazza e peraltro non ci hanno consentito di risistemare i marciapiedi su quel lato, che avrebbero dovuto rientrare nell’intervento complessivo. L’auspicio è che arrivino degli investitori che peraltro darebbero ulteriore impulso e appetibilità all’intera zona sia sul fronte commerciale che turistico».
Nel frattempo la concessione per occupazione di suolo pubblico è in scadenza tra qualche mese. Rimane invece ancora un grosso punto interrogativo sui tempi necessari per arrivare alla nuova vita del palazzo.
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