L’ascia contro gli agenti Sei mesi di reclusione
È stato condannato a 6 mesi di reclusione il nigeriano che la scorsa settimana aveva minacciato e aggredito il personale delle pattuglie miste impegnate nelle attività di retrovalico dell’operazione “Strade sicure”. Giudicato per direttissima il trentaduenne africano era stato fermato nelle vicinanze dell’ex valico di Sant’Andrea per un normale controllo di documenti.
L’uomo, in possesso di regolare permesso di soggiorno sloveno, aveva esibito una patente di guida nigeriana che ha destato qualche dubbio di autenticità. Dubbi confermati grazie agli accertamenti eseguiti dagli agenti nella caserma della Polterra. Alla notifica della sanzione pecuniaria e del fermo amministrativo di tre mesi della Volkswagen Golf da lui condotta, il cittadino nigeriano aveva dato in escandescenza. Ha dapprima cominciato a inveire contro i presenti, quindi ha assunto un atteggiamento particolarmente violento nei confronti degli agenti.
Dalle minacce verbali, l’uomo è presto passato a quelle fisiche. Dal bagagliaio ha estratto un’ascia e una chiave inglese iniziando a brandirle nell’aria con lo scopo di intimidire i poliziotti e i militari.
Per quanto surreali, sono stati momenti di alta tensione che avrebbero potuto trasformarsi in tragedia. Anziché avventarsi sul migrante per immobilizzarlo, gli agenti hanno cercato di calmarlo, ma alla fine il contatto fisico è stato inevitabile. Sono stati 50 minuti di vera e propria suspense. Per bloccarlo oltre agli agenti della Polizia di frontiera e ai militari del Reggimento “Piemonte Cavalleria” di Trieste sono dovuti intervenire gli agenti del II Reparto Mobile di Padova.
Il trentadueene non si è dato per vinto neppure dopo essere stato immobilizzato. Ha tentato di liberarsi con i morsi e tra i denti sono finiti un agente e un militare che - in via precauzionale – sono stati successivamente sottoposti a visita medica al pronto soccorso di via Fatebenefratelli. Una volta reso inoffensivo, il nigeriano è stato trasferito al carcere di via Barzellini dove ha atteso di essere giudicato per i reati di minaccia e di violenza a pubblico ufficiale. (ste.bi.)
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