Le Goriziane in prima linea nell’off shore

VILLESSE. Sarà spedita la prossima settimana via nave dal bacino del Nuovo Arsenale Cartubi di Trieste una "fabbrica portatile", realizzata dalla Divisione oil & gas del Gruppo Goriziane di Villesse.
L'impianto è frutto di un innovativo progetto commissionato alla società oltre un anno fa dalla inglese Subsea7, uno dei principali player mondiali nel settore offshore. L’impianto, unico al mondo, consiste in un classico sistema denominato "doppio giunto" per la giunzione in linea di tubi per la costruzione di condotte sottomarine di trasporto del gas o del greggio. La vera innovazione, frutto di oltre 20mila ore di ingegneria sviluppate all'interno dell'azienda, è stata quella di "condensare" un impianto così complesso all'interno di una struttura modulare, capace di operare sia a bordo di una nave posatubi, sia a supporto di progetti da realizzarsi a terra, in banchina oppure vicino al mare.
La "fabbrica portatile", un progetto che ha coinvolto nel territorio circa una trentina di fornitori coinvolgendo globalmente centinaia di addetti, è quindi realizzata all'interno di due grossi moduli in acciaio da oltre 400 tonnellate ciascuno. I moduli saranno caricati e accostati a bordo della nave posatubi "Borealis", dotata di potenti gru con capacità di sollevamento di migliaia di tonnellate. I due moduli sono completi di tutte le attrezzature di lavoro e di tutti gli impianti ed accessori necessari al processo di fabbricazione. Una volta imbarcati i moduli e "inserita la spina", agli operatori non rimarrà altro che cominciare a produrre, perché tutto il controllo e l'automazione dell'impianto si integrano con gli altri equipaggiamenti della nave. La proposta è risultata vincente proprio grazie alla capacità ingegneristica di integrare impianti e macchinari così sofisticati all'interno di una struttura modulare che andrà a impegnare il ponte nave solo per il tempo necessario alle specifiche campagne di posa. «La vocazione all'innovazione e la notevole competenza specifica di settore di tutte le maestranze del nostro gruppo, hanno permesso di cogliere la sfida e realizzare qualcosa di completamente innovativo», dichiara Pierluigi Zanin, presidente del Gruppo Goriziane. L’azienda, guidata dalla famiglia Zanin (Pierluigi, Massimo e Carla) che operano in staff con l’amministratore delegato del gruppo Andrea Rosa, è stata fondata nel 1948 e, dopo avere operato per decenni solo nel campo della Difesa, grazie alla notevole conoscenza acquisita sia nel campo della tecnologia che della qualità, dal 2008 ha iniziato a investire notevoli risorse in Ricerca e sviluppo, anche nel campo offshore. Oggi opera nella progettazione e costruzione di impianti per il settore oil & gas e nel campo della revisione, manutenzione e ammodernamento di mezzi per il settore della difesa e impianti per il settore ferroviario. Goriziane Group si ritiene quindi un'"antenna tecnologica" in regione, con i suoi 110 dipendenti, suddivisi tra tecnici altamente specializzati (circa 80) e ingegneri. Il fatturato è di oltre 35 milioni di euro e lo scorso anno l'azienda si è classificata tra le prime 70 in regione. L'Agenzia D&B (Dun&Bradstreet) la classifica con rating 2A 1. «Questo vuole dire che tra le aziende italiane solo l'1% ha un potenziale di rischio inferiore al nostro», osserva Zanin. «Per noi della famiglia Zanin, uno dei valori più importanti comunque, oltre al know-how, sono le maestranze e, pertanto, oggi sabato abbiamo organizzato una visita con i dipendenti - afferma la società - per poter illustrare a tutti la complessità e l'importanza di questo prodotto innovativo che, date le dimensioni e i pesi finali che lo rendono non trasportabile via strada, è stato ultimato nella sede del Nac di Trieste».
Laura Blasich
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