Le letture in piazza di Carducci e Prešeren

Gli studenti dei licei italiano e sloveno «uniscono le due culture» attraverso reading e incontri
Di Benedetta Moro
Foto Bruni 26.02.16 P.zza Oberdan-le poesie degli studenti dell'Oberdan
Foto Bruni 26.02.16 P.zza Oberdan-le poesie degli studenti dell'Oberdan

Nel porticato di casa Ras in piazza Oberdan, sotto le due targhe che ricordano i venti mesi di occupazione tedesca e l‘edificio quale sede della Polizia – SS, e l’architetto Umberto Nordio che nel ’34 progettò il palazzo, una decina di ragazzi dei licei Carducci e Prešeren si sono impegnati ieri in una manifestazione per «unire le due culture italiana e slovena proprio nel mese delle cultura slovena», come ha raccontato Chiara, che fa parte del gruppo organizzatore dell’evento, l’Ente italiano per la conoscenza della lingua e cultura slovena di Trieste, in collaborazione con “Poesia e solidarietà” e “Amici della gioventù musicale di Trieste”.

«Per dar voce – ha proseguito la studentessa - non solo a testi di autori sloveni, ma insieme anche ai nostri grandi della letteratura italiana, in questo territorio di Trieste, in cui spesso c’è contrasto, e invece noi vogliamo una convivenza civile».

Proprio all’insegna della pace i giovani studenti assieme a qualche docente hanno reso omaggio allo scrittore Boris Pahor, prossimo ai 103 anni, recitando alcuni passi di importanti esponenti della letteratura slovena e italiana, tra alcuni intermezzi musicali di viola e violino di Clara e Virginia, che hanno anche accompagnato la danza contemporanea di Maša. E piazza Oberdan, titolo anche di un romanzo dello stesso Pahor, con la cui lettura è iniziato l’evento, non è stata scelta a caso: «È stata luogo di sofferenze e urla - ha raccontato Luciano Ferluga, portavoce dell’ente organizzatore, la cui sede di via Valdirivo 30, dopo 50 anni di attività, sta rischiando di essere sfrattata per un cavillo burocratico -, che questi muri hanno ascoltato».

Parole di fraternità, inni all’amicizia: sono stati questi i temi delle poesie, come quella di France Prešeren, che nel suo “Zdravljica” (Brindisi) del 1844 celebrava il giorno in cui il vicino non sarà un diavolo, ma un amico. Spazio poi a Sre›ko Kosovel, al passaggio di Paolo e Francesca della “Divina commedia”, alla “Maggiolata” di Carducci, ai poeti pacifisti Edvino Ugolini e Danilo Dolci e a Marko Kravos. «Questa manifestazione – racconta un passante – è un esempio unico per mostrare quanto queste due culture possano convivere nella nostra città». Un evento, ha commentato Ferluga, che sarà il primo di tanti per coinvolgere tutte le scuole italiane e slovene.

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