Lettera aperta della preside picchiata dal prof

La dirigente del Carducci scrive a famiglie e colleghi: «Episodio grave ma che non c’entra con la scuola»

Una lettera aperta rivolta a genitori, studenti e personale della scuola. A scriverla, e a disporne la pubblicazione sul sito internet dell’istituto, è stata Oliva Quasimodo, la preside del liceo Dante-Carducci finita nei giorni scorsi all’ospedale dopo essere stata presa a pugni da un docente. Un’aggressione, puntualizza la dirigente scolastica all’interno del testo, che non va in messa in relazione con l’ambiente scolastico. «Si è trattato di uno spiacevole e grave episodio verificatosi a scuola, ma che si sarebbe potuto verificare in qualsiasi altro ambiente di lavoro».

Nessuna tensione, quindi, tra insegnanti “storici” e “potenziatori”, vale a dire quel gruppo di prof assunti da poco in virtù della riforma della Buona scuola di cui fa parte anche il docente che ha aggredito la preside. «Stabilire rapporti di causa–effetto in questo caso rischia di dare un’immagine della nostra scuola non corrispondente alla realtà. Il nostro istituto - si legge ancora nella lettera - conta circa 140 docenti, di cui ben 20 neoassunti: questi ultimi sono docenti, alcuni con noi da settembre, altri da novembre, che svolgono con cura e attenzione il proprio ruolo, anche se non tutti in cattedra e, posso garantire, tutti con “le qualifiche per le classi di concorso relative alle materie insegnate”. La collaborazione di tutti i docenti nell’interesse degli alunni fa sì che ciascuno, nei propri spazi di intervento e nelle modalità concordate insieme a più livelli (in Consiglio di classe, in Dipartimento, in incontri con il dirigente) dia il proprio contributo in un lavoro di squadra rinnovato, iniziato quest ’anno grazie alle preziose risorse di personale aggiuntivo, che si andrà affinando sempre di più nei prossimi anni secondo un disegno predisposto dal Collegio dei docenti (il Piano Triennale dell’offerta formativa) e che ha ottenuto l’approvazione del Consiglio di istituto».

Chi volesse trovare collegamenti tra i pugni sferrati qualche giorno fa e il clima all’interno dell’istituto insomma, afferma Quasimodo, sbaglierebbe di grosso. «Purtroppo la vicenda che mi ha vista coinvolta è stata riportata da più parti in maniera confusa e ciò potrebbe creare allarmismi e preoccupazioni che non hanno ragione d’essere. Non c’è stato nessun litigio tra docenti, nessun docente neoassunto in preda a “condizione di spaesamento”: si è trattato di un brutto episodio che non ha nulla a che vedere con la figura del “potenziatore”, un episodio che è stato prontamente arginato, la cui risoluzione è stata immediatament e affidata, come doveva essere, a tutte le autorità d i competenza. Nessuna conseguenza per gli studenti quindi, né per il personale: l’attività didattica ha continuato e continua il suo percorso senza ripercussioni o inte rruzioni e anch’io tra qualche giorno - conclude la preside, il cui referto parla di ferite guaribili in quindici giorni -, sarò di nuo vo al lavoro come sempre».

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