L’ex presidente Ezit tuona contro la Regione

Zuban: «Se la giunta si fosse mossa tempestivamente avrebbe potuto evitare la liquidazione. Bolzonello? Condizionato dalla struttura del suo assessorato»
Di Massimo Greco
Foto Bruni 20.03.2015 Ex Olcese-ricognizione in vista dei lavori
Foto Bruni 20.03.2015 Ex Olcese-ricognizione in vista dei lavori

Sipario, si era detto e aveva detto Stefano Zuban uscendo di scena ai primi dello scorso novembre, quando si dimise dalla presidenza dell’Ezit insieme agli altri consiglieri di amministrazione, travolto dall’impossibilità di risolvere il cruciverba fiscale giunto alla decisiva casella.

Ma in fondo Zuban, ultimo presidente dell’ente industriale triestino creato dal Gma e durato 62 anni, non ha mai digerito gli esiti di quella vicenda. Vicenda che, a suo giudizio, avrebbe dovuto evolversi diversamente. Così, dopo quasi un quadrimestre di tormentato silenzio, dopo l’accordo intervenuto tra Agenzia delle Entrate ed ente liquidando, dopo il “bisticcio” a distanza tra l’assessore comunale Roberto Treu e il direttore regionale delle Attività produttive Franco Milan sulle incompatibilità in materia ambientale, l’ex presidente decide di aprire il cassetto del malumore. «Il commissariamento? La liquidazione? Evitabili. Se la Regione si fosse mossa tempestivamente, diciamo tra gennaio e febbraio dello scorso anno, l’impasse fiscal-finanziario sarebbe stato affrontabile senza far fuori un ente, che, per quanto vetusto, comunque funzionava».

«Per sopravvivere - parte Zuban - sarebbero stati necessari i 12 milioni dell’operazione Olcese. L’ex fabbricato tessile venne comprato da Ezit al tempo della presidenza Azzarita e fu negoziato con la giunta Illy un finanziamento complessivo pari a quasi 12 milioni. Ebbene, quei soldi l’Ezit non li ha mai visti: non li ha visti dalla giunta Tondo, tantomeno da quella Serracchiani. Ogni volta c’era una scusa, una ragione per non mollare i quattrini, che sarebbero stati essenziali per irrobustire la gestione finanziaria dell’ente e che avrebbero consentito l’insediamento di realtà hi-tech in zona industriale».

«Non c’è stata la volontà di venire a capo della questione - martella Zuban - perchè, secondo me, il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello si è fatto negativamente condizionare dalla struttura del suo assessorato, le Attività produttive, a sua volta probabilmente influenzata da quanto era successo con il consorzio Aussa Corno. Ma con Illy e Moretton questo non sarebbe accaduto». E alla fine Zuban si è trovato senza sponda politica «perchè solo Cosolini e Rosato si sono impegnati». Mentre sull’impegno degli assessori regionali triestini - Peroni e Torrenti - riguardo il dossier Ezit, l’ex presidente preferisce calare un diplomatico “no comment”.

Ma le critiche di Zuban alle scelte operate dalla Regione non si limitano al commissariamento-liquidazione, coinvolgono anche le decisioni inserite nella Legge di Stabilità a metà dicembre. Un bersaglio, in particolare, nel collimatore: l’avocazione delle bonifiche Sin (Sito interesse nazionale) da parte della stessa Regione. «Sono curioso di vedere come la macrostruttura regionale - esplode Zuban - riuscirà a rapportarsi con un tema che richiede prontezza e flessibilità. Speriamo che la Regione dedichi alle bonifiche un’attenzione più reattiva rispetto a quella riservata ai problemi fiscali dell’Ezit!». Perchè - prosegue Zuban - «adesso toccherà alla Regione elaborare una proposta sui terreni inquinati, sulle acque di falda inquinate, sui test di cessione positivi. Finora ci ha pensato Ezit, delegato dalla stessa Regione, e Arpa ha “validato” le prove compiute dall’ente, ora in liquidazione».

Ezit aveva 25 dipendenti - punge ancora Zuban -e uno staff di tecnici concentrati solo sul tema bonifiche. Il rischio è che, finendo nel “calderone” regionale, le procedure, già di per sè molto rallentate, frenino ulteriormente. Per questo l’ex presidente è un convinto “fan” del costituendo consorzio tra amministrazioni pubbliche, che in qualche maniera dovrebbe sostituirsi al vecchio Ezit. Una riunione d’assaggio si è tenuta presso il Comune triestino lunedì scorso, una seconda è in programma giovedì con la previsione di una bozza di statuto.

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