Lo spettro dei treni veloci torna ad agitare il Carso

Ambientalisti in allarme dopo la notizia di un rinnovato interesse delle Ferrovie Pressing bis sulla Regione per fare chiarezza sui progetti per la Venezia-Trieste
Di Ugo Salvini
monselice 24/02/2014.ragazza di 15 anni finisce sotto un treno e perde un arto.nella foto : il passaggio di un trano vicino al luogo dell'impatto.ph zangirolami
monselice 24/02/2014.ragazza di 15 anni finisce sotto un treno e perde un arto.nella foto : il passaggio di un trano vicino al luogo dell'impatto.ph zangirolami

DUINO AURISINA. Torna alla ribalta, con il consueto e inevitabile corredo di secchi “no” di ambientalisti e politici locali, il vecchio progetto della Italferr che prevede un tunnel ferroviario di una ventina di chilometri sotto il Carso. Parliamo del tratto compreso nella nuova linea ad alta velocità e alta capacità, che dovrebbe essere realizzato sulla Ronchi dei Legionari - Aurisina, nell'ambito della futura costruzione del cosiddetto Corridoio Mediterraneo. Stavolta l'occasione per riparlarne si è concretizzata, come ricorda il consigliere regionale della Slovenska skupnost, Igor Gabrovec, «nel corso della recente cerimonia della posa della prima pietra del Polo intermodale di Ronchi a servizio dell'aeroporto regionale. In tale contesto - precisa - è stata riportata l'attenzione sull'intero progetto riguardante il collegamento ferroviario tra Venezia e Trieste. Tutto questo - sottolinea Gabrovec - nonostante il fatto che il progetto studio, predisposto dalla Italferr nel 2012, abbia già ricevuto numerosi pareri negativi da parte delle amministrazioni locali chiamate a esprimersi al riguardo e sia stato in seguito accantonato per gli abnormi costi di realizzazione».

«Qualcuno ha scelto - continua l'esponente del partito della comunità slovena - di predisporre un nuovo studio preliminare, al quale sono seguiti anche la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con la Regione e un programma di finanziamento. Dalle dichiarazioni fatte dai massimi esponenti del Gruppo FS a margine della cerimonia di Ronchi - dice preoccupato il consigliere regionale - non si evince però nulla di più dettagliato sui lavori previsti, che dovrebbero comprendere, stando ai contenuti dello studio preliminare aggiornato a luglio 2016, anche un tratto a doppio binario del tutto nuovo con 22,7 km in galleria».

Gabrovec si rivolge perciò alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, con un'interrogazione in cui chiede maggiori dettagli sulle opere che saranno intraprese sul territorio compreso tra Ronchi e Trieste «con particolare riguardo a quanto attiene il loro impatto ambientale e paesaggistico». «Ricordo - conclude Gabrovec - le rassicurazioni espresse a suo tempo dalla Regione con le quali si escludevano opere di questo tipo. Chiedo perciò di prevedere anche un'audizione in Regione, dedicata al tema, alla quale invitare i vertici di Rfi».

Forte anche la presa di posizione negativa nei confronti del progetto studio espressa dai “Cittadini per il golfo”, gruppo ambientalista che segue da vicino tutte le problematiche riguardanti la salvaguardia dell'ambiente nell'area di Duino Aurisina. «Ci sembra impossibile pensare a uno stravolgimento del Carso che sarebbe indispensabile per realizzare un'opera di tale dimensione - spiega Vladimiro Mervic, portavoce del gruppo - perché in tal modo si deturperebbe per sempre un paesaggio straordinario e ricco. Ci batteremo sempre contro proposte di questo tipo». Sul tema interviene anche il presidente del Comitato per la vita del Friuli rurale, Aldevis Tibaldi: «Nonostante gli sforzi fatti in Regione e in sede nazionale con più deputati - evidenzia - gli elaborati grafici della tratta sottoposta al progetto Rfi, da Ronchi dei Legionari ad Aurisina, da noi più volte richiesti, non saltano fuori. Allo stato - prosegue - è disponibile solo la relazione preliminare rilasciata nel mese di luglio e fornita alla Regione con gli annessi elaborati grafici. Oltre a essere un progetto che inciderebbe in maniera devastante sul territorio e dai costi elevatissimi - insiste Tibaldi - la stazione di Monfalcone resterebbe tagliata fuori, opzione che sembra inaccettabile, considerando l'importanza dello scalo marittimo monfalconese e la presenza di numerose aziende di varia dimensione che lo circondano. Ma ciò che sconcerta - conclude - è la difficoltà nell'ottenere i documenti a corredo del progetto».

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