L’ombra dell’inciucio sui nuovi revisori dei conti

Bagarre per la nomina del terzo membro del Collegio espresso dalle opposizioni Il centrodestra si spacca: il candidato di Forza Italia e Pdl passa con un “aiutino”
Di Pierpaolo Pitich
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità
Foto Bruni 05.01.13 Mikez e Jakez:a S.Giusto e sul municipio di piazza Unità

Che ci potevano essere dei colpi di scena era nell’aria. Ed anche che qualcuno sarebbe uscito scontento dall’esito della votazione. Tutte cose che si sono puntualmente verificate ed alla fine all’interno dell’aula si è respirato un clima avvelenato. In particolare tra i banchi dell’opposizione. Il Consiglio comunale nella seduta di giovedì sera ha votato il rinnovo delle cariche del Collegio dei revisori dei conti del Comune per il triennio 2016-2019. Quattordici le candidature pervenute complessivamente, alcune in modo autonomo, altre supportate dai diversi gruppi consiliari.

Due le votazioni a scrutinio segreto per eleggere la terna di revisori (con un massimo di due preferenze per consigliere) e un voto palese per stabilire il presidente del collegio. A ottenere il maggior numero di voti è stata Paola Vuch (21 voti) poi eletta presidente, seguita da Omero Leiter (19), entrambi “caldeggiati” dai consiglieri di maggioranza. Ma le scintille sono scoccate per decidere chi fosse il terzo membro del collegio, quello “espressione” delle forze di opposizione. E qui c’e stato un ex-aequo tra Lorenzo Felician (gradito a Pdl e Forza Italia) e Ambra Masserano (supportata da Un’Altra Trieste e Trieste Popolare), entrambi con 9 voti. L’ha spuntata il primo, come da regolamento, per una questione di anzianità anagrafica. Ma la cosa non è andata giù alla controparte. Se Paolo Rovis si è affidato a una dichiarazione condita dall’ironia: «Sono stati eletti tre validi professionisti del Pd», Franco Bandelli (Un’Altra Trieste) è andato giù pesante. «È evidente che siamo di fronte ad un asse tra Forza Italia e Pd, tra Giulio Camber e Francesco Russo - ha attaccato Bandelli -. Non è possibile, come accaduto, che ci siano state delle schede che riportavano i nomi di Leiter e Felician. Noi ci riteniamo una opposizione seria. Altri evidentemente non lo sono. A tre mesi dalle elezioni ecco spuntare un nuovo inciucio, altro che cena della jota». La risposta dei forzisti non si è fatta attendere: «Il centrodestra ha semplicemente votato in modo compatto quello che era il proprio candidato - ribattono Lorenzo Giorgi (capogruppo Pdl) e Piero Camber (Fi) -. Non c’è stato nulla di strano. È arrivato solo un voto in più del previsto. Ben venga». Everest Bertoli scomoda addirittura le favole di Esopo: «Come nel celebre racconto della volpe e dell’uva, quando non si ottiene un risultato poi si vanno a scaricare le colpe sugli altri. Non trovo nulla di anomalo, piuttosto mi soffermerei sui voti in più raccolti dall’altro candidato». Per Marco Toncelli (Pd): «Non è un caso che le forze di opposizione continuino a farsi dei dispetti tra loro. Visto quello che è accaduto nella precedente elezione, qualcuno forse farebbe più bella figura a non parlare della questione revisori».

È stata questa l’ultima volta che il Collegio dei revisori è stato eletto dal Consiglio comunale. In virtù di una norma regionale, in futuro si procederà tramite estrazione tra gli iscritti all’elenco dei revisori legali ed a quello dei dottori commercialisti ed esperti contabili. Secondo Paolo Menis (M5S) il problema è dunque a monte. «È arrivato il momento che si cambino le regole. Non è giusto che il collegio sia eletto dal Consiglio. Quello che è accaduto ne è la palese dimostrazione». Il nuovo Collegio dei revisori dei conti, figure che si occupano del controllo dei bilanci e della documentazione contabile del Palazzo, rimarrà in carica fino all’inizio del 2019. L’impegno di spesa complessivo del Comune è di 207.400 euro. I singoli compensi ammontano a 23.192,35 euro annui per il presidente, e a 15.461,57 euro per gli altri due revisori, più i rimborsi spese. Una seduta che si era aperta con il ricordo commosso del consigliere circoscrizionale Paolo Geri (Fds), scomparso nei giorni scorsi, da parte dell’amico e già collega del terzo parlamentino Andrea Brandolisio e con il minuto di silenzio osservato dall’aula. Un clima ben diverso da quello glaciale che si respirava a fine seduta.

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