L’outsider Carini fa dietrofront sul simbolo

Dietrofront sul simbolo. “Startup Trieste” e non più “Obiettivo Trieste”, marchio già di proprietà di un’associazione che, via social, ne aveva rivendicato la paternità. Il candidato sindaco Fabio Carini, in pieno spirito sportivo, nel giro di un paio di giorni è tornato sui suoi passi rispolverando la griffe originaria, quella a cui aveva pensato qualche mese fa. “Startup” sia, dunque.
Ore 11 del mattino di una domenica piovosa che però non impedisce al presidente della Bavisela di riempire la sala prenotata al Savoia con un’ottantina di persone, forse più contando la gente che s’accalca alla porta. È il giorno della presentazione ufficiale. «Non vogliamo gladiatori - introduce - dobbiamo costruire una squadra. Èè quello che ho imparato in cinque anni di Bavisela». Nella lista, promette, entrerà chi non appartiene ad alcuno schieramento. Lui stesso confessa una sorta di crisi di identità: «Ma sono di destra o sinistra?». Non canta Gaber, ma mette le mani avanti: «No, basta con queste logiche». Dice di avere esperienza, che la macchina pubblica la conosce. «Nasco come giornalista sportivo - racconta -, poi 16 anni fa sono entrato in Regione. Ne ho viste tante, ho capito come funziona il meccanismo». Elenca gli eventi organizzati; insieme alla celebre maratona include la “Color run” e Cuffie d’oro. «Nel 2010 siamo riusciti a salvare la Bavisela - puntualizza -, ora è il momento di mettermi in gioco per salvare Trieste. Ci metto la faccia, perché non sono alla ricerca di un lavoro. Già ce l’ho». Infatti è in aspettativa dal posto in Regione: gli andasse male con la politica, una scrivania non gli mancherebbe. Risponde a chi, sulle pagine del giornale (Piero Camber, ndr), lo ammoniva sul rischio di conseguenze negative sulla kermesse sportiva, come contraccolpo della sua candidatura. «È proprio il sistema che voglio cambiare - sottolinea - un sistema che dà fondi solo a chi ti è amico». Applausi.
Startup, insomma, come “nuovo inizio”, ripete. «Ho provato la destra e la sinistra, ma mi sono reso conto che entrambe non possono rappresentare un pensiero pragmatico. Quanti vorranno affibbiarmi un’etichetta politica sbagliano». Ringrazia Dipiazza per le attestazioni di stima a mezzo stampa (l’ex sindaco gli offre pure di apparentarsi), ma anche Cosolini «per il suo silenzio». Risatine in sala. «Il programma sarà chiaro - riprende Carini - perché si devono affrontare le criticità di ogni giorno». Il primo punto sono i giovani «e ne entreranno molti in una mia eventuale giunta». E poi identità internazionale, sicurezza, turismo, città metropolitana e ambiente. «La Ferriera? No a campagne elettorali su questo tema - riflette - però io sono per la salute, poi il lavoro». Perché «da morti o malati non si lavora». Si impegnerà, garantisce, «per una città più pulita». Rilancia sulla vecchia idea della tassa di soggiorno per i turisti. «Un euro a persona per rendere più bella Trieste». (g.s.)
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