L’Università “esporta” corsi fino a Pordenone

Il passo avanti fatto dall’Università di Udine lo scorso anno per favorire il Consorzio universitario di Pordenone in difficoltà con la creazione di nuovi corsi finanziati dalla Regione aveva fatto inalberare al massimo il rettore triestino, Maurizio Fermeglia, al quale la disparità di trattamento era sembrata inaccettabile. Da quello stop, che si è rivelato assai autorevole, è nata un’altra storia.
Ieri Fermeglia col rettore di Udine e il presidente del Consorzio universitario di Pordenone ha messo la firma sotto un accordo. In cui sono scritte le linee-guida di un nuovo progetto universitario, un dipartimento, da insediare sì a Pordenone (fisicamente) ma al quale partecipano le Università di Trieste e di Udine. Un modello che (siccome a inalberarsi subito dopo è stato il polo universitario goriziano) Fermeglia vede benissimo in espansione anche a Gorizia. Ma come? Non sono al verde, e con pochi docenti tutti gli atenei?
Il progetto infatti dovrà essere presentato alla Regione, che ha accettato di non finanziare una sola Università, e si è detta disposta a valutare invece una proposta più complessiva. Eccola: il dipartimento di Pordenone dovrebbe attivare due corsi di laurea completi (triennale e magistrale). Uno di Scienze e tecnologie multimediali (che esiste già a Udine), un altro in Banca e finanza (altrettanto di origine udinese), e per la magistrale un corso in “Production engineering and management” (fornito invece da Trieste, corso in lingua inglese in collaborazione con l’Università tedesca di Lippe), e un altro tutto nuovo, in Meccatronica, mix di meccanica ed elettronica. Con la collaborazione di tutti, è l’offerta regionale complessiva a crescere, «nella prospettiva di riconduzione a sistema della formazione universitaria regionale».
«Accordo molto complesso - dice Fermeglia -, non a caso ci abbiamo impiegato quasi 6 mesi. È vero, avevo denunciato l’asimmetria iniziale dell’operazione. Ma se Pordenone ha un problema a mantenere attivi corsi, ne prendiamo atto. Però con un progetto che parte dal basso e costruisce, non solo col “mordi e fuggi” del fornire dei docenti, bensì prevedendo ricerca e trasferimento tecnologico. Qualcosa che abbia senso per il tessuto culturale ed economico specifico di Pordenone». A creare il corso nuovo, la Meccatronica che affronta la tematica nuovissima dei robot, sarà Trieste.
Il progetto dunque è pronto, Fermeglia la definisce «una scelta strategica per il futuro». Ma l’ultima parola spetta alla Regione, se finanzierà o no. I rettori offrono anche flessibilità economica. Pagare un po’ alla volta, costruire un po’ alla volta. A cominciare comunque dall’anno accademico 2015-2016, per il prossimo il calendario è già scritto. (g. z.)
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