L’Uti arriva in aula «È una carnevalata»
I capigruppo si ritrovano in commissione. E fissano un consiglio straordinario, il 12 maggio alle 19, con un unico punto all’ordine del giorno: le audizioni sull’Unione territoriale giuliana ovvero sul nuovo “supercomune” imposto dalla riforma regionale che, al momento, raccoglie in provincia le sole adesioni di Trieste e Sgonico.
Alla fine non mancano le proteste. Durissime quelle di Franco Bandelli e Paolo Rovis di Un’Altra Trieste Popolare che se la prendono innanzitutto con l’assessore Roberto Treu presente ai lavori della conferenza: «Deludente e mortificante vedere un assessore ridotto a fare il passacarte. La Regione consegna a Trieste un aborto di riforma, la giunta Cosolini la riceve, non batte ciglio, e la ribalta addosso alla città. Con le Uti la campagna friulana vola in Paradiso. Trieste trattata come una Ligosullo qualunque, costretta alla fusione con Sgonico, 2mila e 200 abitanti, meno di una qualsiasi circoscrizione della città. Si passa da 4 Province a 17 provincette bonsai, con zero risparmi, inevitabili disagi, aumenti di costi e drammatiche complicazioni amministrative. Sarà una Torre di Babele, assisteremo al rimpallo sistematico delle pratiche». Non basta. Bandelli e Rovis incalzano: «Trieste cornuta e mazziata, perché equiparata ai paesotti del Friuli rurale. È l’ennesimo buco nell’acqua di una giunta regionale ossessionata dall’ansia di prestazione mediatica, che colleziona disastri e pretende di spacciarli come riforme. Questo mostro normativo complicherà il quadro per i cittadini e precipiterà nel caos anche i funzionari. Pazzesco che, ancora una volta, ci si accanisca contro Trieste. Per la nostra città, serviva una riforma specifica, che rispettasse ruolo, prestigio e numero di abitanti».
I due consiglieri comunali, dopo aver proclamato che «la prossima amministrazione a guida Un’Altra Trieste Popolare imporrà alla giunta regionale di rivedere il quadro generale delle Uti», invoca il riconoscimento dell’Area Metropolitana: «Uno status che consenta a Trieste di esercitare il suo ruolo a livello regionale, nazionale e internazionale, anche alla luce degli prossimi sviluppi dell’attività portuale. Una riforma seria avrebbe valorizzato Trieste, e costretto i Comuni sotto i 10mila abitanti a fondersi. Le Uti sono una carnevalata fuori stagione».
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