Malo, l’agnello che si crede cane

L’animale segue ovunque il padrone. E ormai è un’attrazione
Di Andrea Marsanich
SV. FILIP i JAKOV, 15.02.2016. janje Malo, Sime Mikulandra (62) Rakijica...
SV. FILIP i JAKOV, 15.02.2016. janje Malo, Sime Mikulandra (62) Rakijica...

ZARA. È fedelissimo al suo padrone e lo segue come un’ombra da nove mesi, cioè da quando è nato lo scorso maggio. La storia dell’agnello Malo (Piccolo in italiano) sembra tagliata apposta per un film di Walt Disney, tanto appare simpatica e davvero unica. Nell’abitato costiero dei Santi Filippo e Giacomo, nello Zaratino, il 62enne Šime Mikulandra può vantare l’agnello come amico fidato che non si stacca da lui. Malo, come Šime ha voluto chiamare il suo agnellino, segue il padrone ovunque, anche nei locali pubblici, senza temere nessuno, né gli esseri umani, né i cani o altri animali. Si lascia accarezzare e pende dalle labbra del suo padrone, dalla cui mano ama mangiare quello che gli viene offerto, in primis i pezzetti di pane di cui va ghiotto. «Gli sono piaciuto da quando è venuto al mondo – racconta Mikulandra – anche nel periodo in cui succhiava il latte della mamma, subito dopo la poppata cercava il sottoscritto e non mi mollava un attimo».

Malo è diventato ormai l’attrazione principale a Santi Filippo e Giacomo, una specie di brand di questa località situata a sud–est di Zara, lungo la Litoranea adriatica. Tutti vogliono fare un selfie con l’agnello o dargli qualcosa da mangiare, sempre sotto il vigile occhio di Šime, proprietario del gregge (20 pecore e 15 agnelli) da cui è “saltato fuori” l’animale. «Potete starne certi – ha detto il suo padrone – Malo morirà di vecchiaia e non infilzato a uno spiedo o cucinato in pentola. Lo considero uno di famiglia e dunque mi servirà in futuro quale animale da riproduzione, per fare razza insomma, poiché ho di fronte un agnello non certo comune».

L’allevatore ha poi rivelato un segreto davvero particolare: «In realtà Malo potrebbe avere ben altro destino. Ci sono delle possibilità che il mio agnellino finisca in dono a Papa Francesco, che poi sarebbe il mio sogno. Se non riuscirò a realizzarlo, Malo resterà con me e chissà che qualche suo erede non abbia lo stesso comportamento nei miei riguardi».

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