Maxi rapina, si indaga su telefonate sospette

Al vaglio degli inquirenti i numeri dei cellulari che si sono agganciati ai ripetitori della zona immediatamente prima e dopo il colpo e nei giorni precedenti
Di Cristian Rigo
Bonaventura Monfalcone-04.06.2014 Rapina-Cassa di risparmio del fvg-Cervignano-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.06.2014 Rapina-Cassa di risparmio del fvg-Cervignano-foto di Katia Bonaventura

CERVIGNANO. Forse un errore i rapinatori l’hanno commesso. Una telefonata. Gli investigatori stanno infatti passando al setaccio tutte le chiamate sospette e i cellulari che si sono agganciati ai ripetitori della zona prima e dopo la rapina, ma anche nei giorni precedenti. Perché i carabinieri sono convinti del fatto che i quattro uomini che hanno preso in ostaggio sei persone per due ore e svaligiato la Cassa di risparmio del Friuli Venezia Giulia di piazza Libertà martedì pomeriggio avevano un basista che li aiutati. Ad attenderli fuori dalla banca probabilmente c’era un complice, pronto a informarli di eventuali pericoli. E qualcuno deve averli istruiti su tutti i sistemi di sicurezza e non solo. Difficile infatti immaginare che i quattro abbiano fatto tutto da soli. Sapevano come entrare senza essere visti forzando la porta secondaria.

Sapevano come evitare lo sguardo delle telecamere quando si sono avvicinati all’ingresso senza ancora indossare il passamontagna. E sapevano anche cosa cercare e dove. Hanno intimato al direttore di aprire cassaforte e caveau e in due ore hanno portato via 100 mila euro in contanti e il contenuto di 81 cassette di sicurezza, tutte forzate.

Di più. Sapevano anche gli orari di passaggio delle dipendenti della cooperativa incaricata delle pulizie. Insomma sapevano troppo. Da qui la convinzione che qualcuno che conosce molto bene la realtà della Cari Fvg di Cervignano li abbia aiutati.

Ed è proprio sul possibile basista che si stanno concentrando le attenzioni degli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Andrea Gondolo che ieri sera in Procura ha riunito attorno a un tavolo il maggiore Roberto Scalabrin e il capitano Maurzio Maiani che stanno guidando la task force dei carabinieri al lavoro sul caso. Gli inquirenti non vogliono tralasciare nessuna ipotesi investigativa. Stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza anche dei giorni precedenti nella speranza che se qualcuno è stato in banca per un sopralluogo e per studiare i sistemi di sicurezza, sia stato ripreso. Contemporaneamente sono state ascoltate decine di persone. Dipendenti della banca, ma anche commercianti e residenti della zona. Qualcuno infatti potrebbe aver notato quattro uomini con una tuta da lavoro allontanarsi dal centro di Cervignano. Ma l’aiuto più grande, come detto, potrebbe arrivare dalla tecnologia. Se i rapinatori si sono messi in contatto con il basista, la traccia lasciata dai cellulari potrebbe guidare i carabinieri fino a loro.

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