Mea culpa di Dipiazza con gli anti Ferriera «Abbiamo toppato»

«Abbiamo toppato e me ne assumo la responsabilità, ma sono sempre stato per la chiusura dell’area a caldo». Roberto Dipiazza sventola vecchi articoli del 2012, l’anno dopo la fine del suo ultimo mandato, in cui la Ferriera era data per morta, per dimostrare la sua provata fede anti-ferrierista. Il candidato sindaco di Fi, Lega e Fdi ha incontrato ieri sera il comitato 5 Dicembre per parlare di quello che è un tema caldo delle elezioni a Trieste dai tempi di Giulio (Cesare). Dipiazza si è confrontato con gli esponenti del comitato Barbara Belluzzo e Andrea Rodriguez, oltre che con le domande dal pubblico. Al suo fianco il consigliere Lorenzo Giorgi, coorganizzatore dell'incontro. Per dare una risposta a chi dice che «in dieci anni di governo della città non ha fatto niente per Servola», Dipiazza ha presentato una sua versione del patto con gli italiani di arcoriana memoria. Un patto con i servolani: «Mi assumo la responsabilità di non avercela fatta, ma avevamo contro tutto il mondo. Mi sono sentito Davide contro Golia: abbiamo fatto una battaglia, l’abbiamo persa e mi dispiace». Secondo il candidato nel 2012 la Ferriera era a un passo della chiusura, «è stata la giunta Cosolini a rivitalizzarla nel 2013 con l’arrivo di Arvedi». «Anni fa c’erano le condizioni per chiudere l’area a caldo. Ora l’accordo con Arvedi è fatto e bisogna prendere la parte migliore». Ovvero la possibilità «di mantenere almeno in parte l’occupazione attraverso il laminatoio». Recita il testo del patto: «Con i dati ambientali in possesso da alcuni mesi del sindaco attuale, si poteva imporre con un’ordinanza la limitazione della produzione e sollecitare la procedura di chiusura dell’area a caldo, che richiede diversi mesi». In tal senso Dipiazza si è impegnato solennemente a prendere posizione per la chiusura appena eletto. Rodriguez e altri del comitato hanno chiesto conto a Dipiazza di alcune posizioni “tiepide” sul tema prese in passato e di una dichiarazione in cui teorizzava una «strategia» di concertazione Cosolini-comitati in vista delle elezioni. Alda Sancin di Servola Respira ha fatto presente al candidato la difficoltà di un dialogo con la proprietà nel momento in cui volano diffide legali nei confronti dei singoli cittadini. Dipiazza ha ribadito che un movimento di piazza come quello attuale «aiuta la politica a prendere posizioni forti».
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