Medeot e primarie, match sospeso

GRADO. Dal ring, quello vero, non ci sale più da un pezzo. Una «passione di gioventù» - così viene derubricata - quella di assestare ganci e diretti. Ma ora che, politicamente parlando, sulle corde ci è di nuovo finita Elisabetta Medeot promette battaglia, senza esclusione di colpi. E un primo indizio della situazione magmatica che in questi giorni si registra a Grado è proprio la “guerra” che si è scatenata sul regolamento in vista della competizione tutta interna al Partito democratico.
Al punto che a ieri sera, nel corso dell’ultima telefonata col segretario provinciale dem Marco Rossi, prima dell’uscita in stampa del quotidiano, le primarie venivano date «in stand-by», con un iter «congelato, in attesa di ulteriori chiarimenti». Questo perché, e il condizionale è d’obbligo, Medeot a tali condizioni, cioè con un regolamento che a detta sua va in tutt’altra direzione rispetto alle primarie aperte tanto agognate, getterebbe i guantoni sul tappeto. Nessun duello con Cicogna. Ma ciò non significa uscita di scena, anzi. Medeot è tosta, una guerriera. E nei prossimi giorni ci potrebbero essere iniziative, magari inattese. Potrebbero cioè aprirsi “altre” urne, con protagonista anche la 35enne. Per una scelta del candidato in vista delle amministrative gradesi, tra Sel e compagini varie. Una designazione davvero dal “basso”, secondo la linea sempre portata avanti da Medeot, che non intende affatto rimangiarsi la parola con i 709 che l’hanno sostenuta e che solo per questi motivi non ha condiviso il regolamento Pd presentato ieri.
Un elenco di articoli materialmente rimaneggiato, corretto e messo a punto a partire dalla pausa pranzo di ieri, nella sede della segreteria provinciale, per essere pubblicato alle 16 sul sito dei democratici di Gorizia. Quattro pagine che hanno determinato l’annullamento da parte di Rossi di eventuali precedenti sottoscrizioni raccolte sulla base di una bozza di regolamento circolata la sera prima, per stabilire che ogni candidato può raccogliere al massimo 200 firme: ogni sottoscrittore deve «accettare di far parte dell’Albo delle elettrici e degli elettori di centrosinistra di Grado» e «dichiara di riconoscersi nei macropunti programmatici».
Proprio la “schedatura” nell’albo - circostanza che anche a detta di Rossi non avrebbe precedenti nell’Isontino e che storicamente è sempre stata motivo di discussione in casa dem - e il ristretto numero di soggetti così interessati a votare alle primarie ha raccolto il dissenso di Medeot: «Io mi metto in gioco, ma voglio lealtà». «Almeno - commenta - quando praticavo la boxe conoscevo prima il regolamento, sapevo i colpi vietati, quanto durava una ripresa e che c’era un arbitro, ma qui?». «Questo regolamento - conclude - mi pare iper-fazioso, perché non vuole una partecipazione alle primarie, obiettivo per il quale mi sono spesa a lungo con chi mi ha appoggiato. Pertanto, non essendo queste delle primarie realmente aperte, in quanto presuppongono che una persona prima si rechi nella sede deputata dal Pd e si faccia “schedare”, non ritengo di dover partecipare alla sfida con Cicogna».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo








