“Mister Bavisela” si lancia nella corsa a sindaco di Trieste

TRIESTE Dolcevita blu, un montanelliano richiamo al mestiere di giornalista, giacca grigia, pantaloni in tinta e leggermente aderenti, un paio di Diadora variopinte ai piedi. Rossicce, con striature rosa e lacci giallo evidenziatore. Fabio Carini, dall’alto dei suo cinquant’anni, veste giovane. Perché saranno loro, i giovani, il pubblico di riferimento. E, forse, il serbatoio di voti. Il patron della Bavisela, l’ideatore di “Cuffie d’oro”, l’oscar radiofonico, si candida a sindaco. Per lui la corsa al municipio, lo scatto in avanti per il traguardo di giugno, con scarpe da ginnastica s’intende, non suonano affatto metafore.
Accelera, Carini. Nei giorni di caos totale con la mina Dipiazza, lui ha già un programma e un simbolo. Il simbolo: un cerchio verde con sfondo bianco e azzurro che parlano «di trasparenza ma soprattutto di pulizia, perché questa città merita di ritornare più pulita e vivibile, in centro come in periferia». E una scritta, che sarà lo slogan: «Obiettivo Trieste, Carini sindaco». Eccolo qua il marchio per presentarsi agli elettori. Una lista civica a tutti gli effetti. Ma da che parte sta? A destra o a sinistra? «Apartitici - avverte subito - saremo apartitici. Né di centrodestra, né di centrosinistra. Non ci schieriamo. La politica è vecchia, gli amministratori sono vecchi, dobbiamo ringiovanire, dobbiamo pensionare i partiti», spiega. «Noi pescheremo voti da una parte e dall’altra». Ma la sua storia professionale, come noto nell’ambiente triestino, ha una chiara matrice di destra.
Prima di avventurarsi nel mondo sportivo (è presidente della Bavisela dal 2011), entra nell’ufficio stampa della Regione in quota An e nel 2008 è l’uomo su cui Renzo Tondo punta per la campagna elettorale. In tempi più recenti alcuni ricorderanno quel comunicato vergato contro Debora Serracchiani dopo un incontro pubblico della presidente dedicato alla Barcolana. Da numero uno della Bavisela, ma pur sempre giornalista della Regione, Carini aveva criticato la governatrice accusandola di aver usato in quella sede «personale e fondi regionali per promuovere non tanto la manifestazione velistica, bensì Mitja Gialuz stesso (presidente della Svbg, ndr), di cui - attaccava - probabilmente la presidente auspica la candidatura a sindaco». Carini contro Serracchiani, il suo editore. Molti avevano letto l’episodio in chiave apertamente politica, una conferma delle sue ambizioni. Ora è in aspettativa, proprio per preparare al meglio la campagna elettorale.
La sua, assicura, sarà una lista autonoma senza alcun apparentamento. Eventuali alleanze al ballottaggio? «Vogliamo andare noi al ballottaggio», ribatte. Nessuna incompatibilità con il ruolo di vertice nell’associazione sportiva, garantisce. «Se però venissi eletto sindaco trarrò le necessarie valutazioni». Carini intende mettersi al servizio della città: «Completamente - dice - dopo anni di esperienza diretta a tutto campo con le amministrazioni e la politica ho le competenze per farlo». Ci ha pensato a lungo, il giornalista, se candidarsi. «Erano svariati mesi che riflettevo - osserva - e poi ho detto ma sì, questo è il momento giusto per dare una vera svolta. Siamo in un’epoca in cui nessuno ha fiducia nei partiti, i partiti hanno fatto la loro storia. Per governare la città - insiste - non si devono attendere le istruzioni da Roma, come fa qualcuno». Nella lista troveranno posto persone che non hanno mai fatto politica, non schierate. «Porterò aventi chi ha professionalità, passione, amore per Trieste e spirito di servizio. Comunque sì - ammette - nella mia lista ci sarà anche qualche nome conosciuto, ma non i soliti noti».
Carini si presenta ufficialmente domenica al Savoia, alle 11, in un incontro aperto a tutti. Con un programma: giovani, rilancio dell’identità internazionale di Trieste, turismo, ambiente, sicurezza ed eventi per dare visibilità al capoluogo. Nel programma pure la città metropolitana. Che va di moda, pare, tanto quanto quegli occhiali con montatura arancione e stanghette verdi che ha sul tavolo del soggiorno di casa.
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