Modìgo sceglie Ronchi dopo la Grande Mela

RONCHI DEI LEGIONARI. Francesco Modìgo, nato Hrant Anmahian, ricomincia da Ronchi dei Legionari. Una storia “complicata” la sua, iniziata il 7 giugno 1948 a Trieste. È qui che nasce Hrant Anmahian,...
Di Luca Perrino
Bonaventura Monfalcone-14.05.2016 Mostra Francesco Modigo-Caffè Trieste-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.05.2016 Mostra Francesco Modigo-Caffè Trieste-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Francesco Modìgo, nato Hrant Anmahian, ricomincia da Ronchi dei Legionari. Una storia “complicata” la sua, iniziata il 7 giugno 1948 a Trieste. È qui che nasce Hrant Anmahian, cognome che “tradisce” le sue origini. Il papà, Hiag, è armeno, la mamma Elena di origini venete. Entrambe studiano a Trieste, s'incontrano e nasce Hrant che, a vent’anni, si trasferisce prima a Milano e successivamente a New York, dove svolge la sua attività di brooker marittimo. Ma nel suo cuore c’è un’altra passione, quella dell’arte e della pittura.

Agli inizi degli anni Novanta si mette a lavorare in proprio e a coltivare la sua passione cimentandosi con tele e colori. Solo che alla sua prima mostra nella Grande Mela il gallerista gli chiese di sostituire il cognome armeno con uno italiano. È più facile far breccia tra cultori e possibili clienti. Così Hrant non esita a indicare il nome del patrono nazionale, Francesco, mentre da amante della pittura di Modigliani e Gauguin prende spunto da come si pronunciano i due cognomi e sceglie Modìgo. Sia per lavoro, sia per la sua vita artistica ha poi l’occasione di incontrare l’architetto Pesce, che vista la padronanza artistica gli commissiona l’allestimento del salone dedicato al design della scarpa italiana per la Camera di commercio Italia-Usa. «Dopo quel lavoro - racconta - ho avuto l’occasione di spostarmi in diverse città degli States e farmi così conoscere». Dagli Stati Uniti, dove espone anche a Orlando e San Francisco, Modigo sbarca a Santo Domingo. «Decisi di trasferirmi, ma pochi mesi dopo la nostalgia prese il sopravvento - racconta - e così decisi di andare in banca a ritirare dei travel check per tornarmene a New York. Allo sportello avevano solo contanti e, all’uscita, rimasi vittima di una rapina...».

Così Francesco Modigo, con poco più di 100 euro consegnatigli dall’ambasciata italiana e un biglietto aereo, è costretto a lasciare il Paese. Destinazione Italia dove reinventa la sua vita, prima a Trieste, poi a Ronchi dei Legionari, dove incontra l’amore della sua fanciullezza. Ed è proprio a “Lorna” che è dedicata la sua personale allestita al Caffè Trieste, presentata da Umberto Miniussi.

«Da qui riparte la mia vita - aggiunge - ed è da questo momento che voglio riprendere in mano la pittura, o, meglio, dare maggiore impulso alla mia attività perché è ciò che sento nel cuore». La capacità artistica di Modigo affondano nei viaggi, oltre che da una sua particolare tensione creativa, tesa ad approfondire un’arte pittorica dai contenuti personali: palazzi e “street” presenti nelle città americane o ancora in costruzione, come interessanti appaiono gli alberi di notte in città.

@luca_perrino

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