Monte Maggiore, in abbandono l’ex centro vacanze dell’Ina

ABBAZIA. È un bene che più infruttifero non si potrebbe. Un tempo simbolo della rampante industria turistico-alberghiera quarnerina e jugoslava, ora l’ex complesso di vacanze dell’Ina sul Monte Maggiore (a 860 metri sul livello del mare) è in stato di abbandono, senza speranze di rinascita in tempi brevi.
La struttura, che può vantare anche circa 50mila metri quadrati di scoperto, appartiene da anni all’azienda Vladimir Gortan di Pisino, in Istria, la cui direzione sarebbe ben felice di poter vendere il complesso al migliore offerente. Anche se non si parla di cifre ufficiali, pare che l’ex centro vacanze potrebbe essere venduto per una cifra intorno ai due milioni di euro, ai quali ne andrebbero aggiunti parecchi altri per rimetterlo in forma. Parliamo di quello che un tempo era un autentico gioiello: albergo con 27 stanze (70 posti letto), due ristoranti con 150 coperti, terrazzo grigliate, bar, club, caffè con caminetto, grande sala per conferenze, palestra e sauna. Il complesso dispone anche di campi di calcio, pallacanestro, tennis e minigolf. Il tutto avvolto da una natura intatta, meravigliosa, con boschi e prati, un’aria incontaminata, tanta neve in inverno e temperature sopportabili anche in piena estate.
Gli anni d’oro sono stati dieci: dal 1977, quando la struttura fu sapientemente ristrutturata e fino al 1987, con l’azienda petrolifera Ina che praticava nel suo buen retiro prezzi più che convenienti, quasi incredibili per alcuni servizi e per la ristorazione. Anche questo ocmplesso imboccò però la strada del declino, dopo avere conosciuto giornate - soprattutto la domenica - quando venivano consumati fino a 350 pranzi. Dai 33 dipendenti che aveva negli anni felici, la struttura chiuse i battenti nel 1996 con 25 occupati. A partire da quell’anno, l’ex complesso dell’Ina ha conosciuto anni di crisi e diversi padroni, nessuno dei quali ha saputo o potuto rimetterla in piedi. Dalla compagnia petrolifera il centro è passato alla ditta Hostin (fondata dalla stessa Ina), per poi tornare all’Ina e quindi essere dato in concessione ai reduci croati della Guerra patria. Altra sublocazione ad alcuni ristoratori della Piana di Rozzo (Istria), altro fallimento e quindi rientro all’Ina e vendita alla Gortan.
«I tempi sono difficili – ha dichiarato da Milan Damijani„, direttore generale della Gortan – ma non disperiamo. Stiamo battendo strade che portino a investitori o a locatari, mentre l’alternativa è rappresentata dalla candidatura del progetto di restauro e valorizzazione del complesso all’ottenimento di fondi europei. Speriamo che anche le municipalità interessate facciano la loro parte per rivitalizzare questo bellissimo impianto».
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