Moretti: «Nel Pd si rispettino le regole»

Hanno parlato tutti. E se le sono dette di tutti i colori. Ora tocca al capogruppo in Consiglio regionale Diego Moretti rimettere ordine, fissando i paletti, in casa di un Pd mai così bollente fra deferimenti ai probiviri e “doppie” candidature. Sul tavolo il caso Grado, quello più spinoso, assieme agli “sconfinamenti” fra Ronchi dei Legionari e San Pier d’Isonzo. E una maxi-fusione che pesa come un macigno, sulla quale Moretti chiede di moderare i toni campanilistici e alzare il livello del dibattito ma anche - a quelli del sì - di non limitarsi a parlare solo di una «questione di costi».
La prima stoccata è per il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, per quell’accusa di «stalinismo» ai vertici provinciali. «È sicuramente più esperto di me nella storia dello stalinismo e dei suoi eredi. Ma sbaglia nel definire il Pd isontino “stalinista”. Il segretario provinciale Marco Rossi - dice Moretti - non fa che rispettare quelle che sono normali regole di convivenza, chiarezza e di rispetto della democrazia all’interno di un partito. Credo che la questione stia tutta qui e non debba scandalizzare nessuno, se non coloro che deliberatamente hanno ritenuto di appoggiare candidati sindaci diversi da quelli sostenuti dal Pd».
È un discorso che vale per Grado, «per coloro che direttamente (candidandosi) e indirettamente (appoggiando pubblicamente) sostengono Claudio Kovatsch», e per San Pier, «dove il capogruppo consiliare di Ronchi del Pd, con il suo sostegno pubblico in occasione della presentazione del candidato Zandomeni, ha messo in fortissima difficoltà e imbarazzo il Pd locale». Episodi circostanziati da Moretti che di fronte «a palesi violazioni statutarie» chiede ai dirigenti di non trincerarsi dietro a delle scuse, magari invocando la «democrazia interna». «È ora che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, pagandone le conseguenze politiche», sottolinea il capogruppo del Pd. E aggiunge: «Credo che il deferimento al Collegio di garanzia - al quale, ricordo, spetta l’ultima decisione per qualsiasi provvedimento nei confronti di iscritti al Pd - sia veramente il minimo che si debba chiedere a una segreteria provinciale per mantenere la dignità di un partito politico e di coloro che ogni anno ne aderiscono». Ecco che nel fissare le regole, statutarie e di buonsenso, arriva il monito: «Nessuno è vittima o martire, né ci devono essere capri espiatori».
Il centrosinistra, e il Pd in particolare, fa dunque i conti con la spaccatura a Grado dove la coalizione «si presenta divisa su tre candidati sindaci (Sel con Raugna, una parte di dem con Kovatsch, il Pd con Cicogna), ed è purtroppo un dato di fatto che ci rende più deboli». Da qui l’appello di Moretti al «voto utile a Grado» per Cicogna, mettendo in primo piano il “ruolo” esercitato dalla Regione. Sul tavolo la riapertura dell’Ospizio Marino («inopportuna la candidatura per il centrodestra di Roberto Marin») e l’investimento sulle nuove Terme («sono curioso di sapere se nel frattempo Raugna è sempre contrario), fino all’intervento di dragaggio del Canale Mandracchio e il mantenimento dell’ambulanza e la prossima apertura del Centro di assistenza primaria.
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