Motoscafo killer, 20 mesi a Horvatin›i„

Condanna con la condizionale per il tycoon che causò la morte di due velisti padovani. L’Accusa: pena inadeguata, ricorreremo
Di Andrea Marsanich

SEBENICO. Un anno e 8 mesi di carcere, con la condizionale di tre anni. È la condanna di primo grado inflitta dalla corte del Tribunale regionale di Sebenico a Tomislav Horvatin›i„, 67 anni. Il controverso uomo d’affari zagabrese è stato ritenuto colpevole della tragica morte dei coniugi padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella, uccisi il 16 agosto 2011 a bordo della loro barca a vela “Santa Pazienza” dal motoscafo del tycoon croato. L’incidente era avvenuto nelle acque poco a meridione della cittadina di Capocesto (Primošten), nella Dalmazia centrale.

A più di quattro anni da quella tragica collisione, la corte presieduta dalla giudice Maja Šupe ha ritenuto colpevole Horvatin›i„ per azione dolosa, facendolo però segno di una condanna che per la sua entità ha profondamente amareggiato i familiari delle due vittime - soprattutto il figlio - e anche l’Accusa, la quale ha annunciato che ricorrerà prossimamente in appello.

Horvatin›i„ resta dunque un uomo libero e lo sarà – a meno di reati dello stesso tipo – anche nel processo in appello. I 20 mesi di reclusione con la condizionale di tre anni stanno a significare infatti che l’imprenditore finirà in carcere per un anno e 8 mesi se nei prossimi 36 mesi dovesse commettere un reato identico a quello perpetrato nell’estate del 2011. Quel giorno Horvatin›i„ si trovava sul suo motoscafo killer che procedeva a una velocità di 26 nodi, mentre la barca a vela dei diportisti italiani andava lentamente, a non più’ di un paio di nodi. Poi la fatale collisione, con il motoscafo che colpì l’imbarcazione italiana, per poi scavalcarla. I due coniugi morirono all’istante, mentre Horvatin›i„ – che a bordo si trovava in compagnia di una giovane donna - faceva incagliare il suo natante più in là, senza preoccuparsi di quanto capitato a Francesco e a Marinelda.

Nel leggere la sentenza, la giudice Šupe ha rilevato che Horvatin›i„ si era comportato in modo sbagliato e irresponsabile, nonostante sapesse che l’alta velocità impressa al motoscafo poteva causare un incidente. Commentando la tesi della Difesa secondo cui, a pochi attimi dall’impatto, lo zagabrese sarebbe stato colpito da sincope (svenimento), Šupe ha asserito che Horvatin›i„ – se sapeva di essere soggett a simili problemi di salute - avrebbe dovuto comportarsi di conseguenza, in modo prudente. Horvatin›i„ dovrà pagare inoltre 22 mila euro per le spese processuali.

Ieri, alla lettura del verdetto, l’imprenditore non ha mosso un muscolo, esternando una perfetta calma nell’apprendere della condanna con la condizionale. Il procuratore di Sebenico, Irena Sene›i„, ha detto di non essere minimamente soddisfatta della pena e di ritenerla troppo bassa e inadeguata alle colpe di Horvatin›i„, annunciando appunto che impugnerà la sentenza. Ad annunciare ricorso è stato anche il team di avvocati difensori di Horvatin›i„, secondo i quali per il loro assistito doveva esserci piena assoluzione in quanto l’incidente è stato causato da «una serie di sfortunate coincidenze e dalla manovra dei due padovani che, volendo evitare lo scontro, mandarono invece la barca a vela a sbattere contro il motoscafo».

All’udienza finale non ha assistito il figlio delle vittime, Federico Salpietro, invitato dalla corte a chiedere – tramite processo – un risarcimento a Horvatin›i„ di 4 milioni di euro. Da noi contattato, il console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri, ha ammesso: «Siamo un po’ delusi dal verdetto, questo lo possiamo dire. Attendiamo però le motivazioni della sentenza».

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