Musei provinciali: finito l’inventario Dipinti per 8,2 milioni

Si era parlato grossomodo di 7,5 milioni di valore. In realtà, la Pinacoteca dei Musei provinciali vale ancora di più: 8.263.850 euro.
Il dato, al centesimo, scaturisce dall’inventario definitivo effettuato dalla Provincia per quantificare il valore dei propri tesori. Ecco perché la partita della futura proprietà delle collezioni sta diventando sempre più spigolosa.
«La Pinacoteca - spiega l’assessore provinciale alla Cultura, Federico Portelli - è composta complessivamente da 736 dipinti: 32 di questi valgono cadauno più di 50.000 euro. Ci sono anche 2.228 stampe, 162 disegni, 13 sculture in deposito».
Interessante la lettura della “Relazione in merito alla campagna di riscontro inventariale e riordino 2015/2016” redatta da Raffaella Sgubin, sovrintendente ai Musei provinciali. «Per quanto riguarda la Pinacoteca, il riordino inventariale - spiega Sgubin - era già stato condotto in anni recenti, per cui è stato integrato dall’inserimento delle recenti acquisizioni avvenute con l’acquisto di quadri nell’ambito del progetto “Agorà” e altre singole opere pervenute per acquisto o donazione. Il lavoro più ingente ha quindi riguardato il riscontro delle opere su carta (disegni e stampe), che è stato condotto con il supporto di uno scanner, creando così un preziosissimo archivio di immagini. La valorizzazione è stata effettuata sulla base delle conoscenze personali del Conservatore e dell’andamento delle aste che trattano materiali affini (es. Stadion di Trieste e Dorotheum di Vienna)».
In un piano più generale, parlando di tutte le collezioni presenti nei Musei provinciali, balza all’occhio «l’enorme valore del patrimonio archivistico e bibliografico della Provincia di Gorizia, che tutti noi, purtroppo, sappiamo essere penalizzato da depositi problematici, non all’altezza degli ingenti valori custoditi - scrive Sgubin nell’accurata relazione -. In positivo va tuttavia segnalato come il lavoro di riscontro inventariale sia stato accompagnato da un lavoro di riordino, condizionamento dei materiali, sostituzione di contenitori non idonei o ammalorati con scatole di conservazione in linea con i più elevati standard museali».
Importanti anche le raccolte di monete antiche: di epoca Romana, dei Conti di Gorizia, in primis. Numismatica e medaglistica, settori conservati in cassaforte, sono stati oggetto di un riscontro minuzioso e della digitalizzazione degli inventari esistenti, integrati con nuovi settori. «Appena possibile - sottolinea ancora Raffaella Sgubin - gli inventari digitalizzati saranno corredati da fotografie. Monete, medaglie e gioielli necessitano di pulitura specializzata e posizionamento in contenitori dedicati. La valorizzazione dei gioielli è stata fatta aggiornando i valori di acquisto (1985), quella di monete e medaglie mediante il ricorso a siti internet specializzati».
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