Musei provinciali, i sindaci dicono sì alla Fondazione

Li ha chiamati a raccolta a Palazzo Attems il presidente della Provincia Gherghetta: «Beni per decine di milioni, inventario in corso». Romoli astenuto
Di Stefano Bizzi

C'è il sì dei sindaci per la Fondazione. Non c’è unanimità di vedute e c’erano diversi assenti, ma i primi cittadini dell’Isontino hanno comunque dato il via libera alla Provincia di Gorizia per costituire un nuovo ente. Alla Fondazione verrà affidata la proprietà dei beni artistici oggi in mano ai Musei provinciali: così facendo si eviterà che, nel momento in cui la Provincia cesserà di esistere, il patrimonio artistico locale finisca sotto il totale controllo della Regione, tagliando fuori il territorio. Come ha ricordato il presidente Enrico Gherghetta nel corso della riunione convocata a Palazzo Attems, in ballo c’è un patrimonio del valore di alcune decine di milioni di euro. L’inventario è in corso d’opera e, presumibilmente, verrà chiuso a metà mese, ma la scadenza importante è quella del 30 marzo. È entro quella data, infatti, che la Provincia di Gorizia dovrà firmare l’atto con il quale trasferirà alla Regione i propri beni artistici.

«Abbiamo sempre cercato il meglio per il nostro territorio», ha premesso Gherghetta. Ricordando che restano due mesi per trovare una soluzione in grado di tutelare gli interessi dell’Isontino, il presidente ha quindi evidenziato: «Abbiamo un patrimonio culturale immenso. Per quanto riguarda gli immobili è significativo, ma ciò che è enorme è il patrimonio delle opere d’arte e d’archivio. In 151 anni di storia abbiamo acquisito un numero impressionante di collezioni». Oggi il pubblico può ammirarne solo una minima frazione. La maggior parte delle opere si trova nei magazzini. È distribuita tra Borgo Castello, Palazzo Alvarez e Palazzo Attems. Non mancano in ogni caso i prestiti, come ad esempio quelli al Comune di Gorizia che arricchiscono il percorso espositivo del Castello. «Tenere le opere e non farle vedere è un peccato», sono state le parole di Gherghetta che se da un lato ha avallato l’idea di una gestione regionale delle opere (in quanto i costi sono alti), dall’altro ha posto due questioni. «Per prima cosa non è pensabile escludere il territorio dalla gestione della Regione; poi la proprietà non può passare interamente alla Regione. Ora è previsto così, ma non può essere così». La Provincia sta quindi cercando con un notaio una soluzione alternativa. «Stiamo verificando se c’è spazio per una Fondazione». L’idea è incardinare i beni artistici in una Fondazione e invitare i comuni ad aderire. In questo modo, al momento della decadenza, la Provincia verrebbe sostituita dalla Regione, ma senza tagliare fuori dalla proprietà le amministrazioni che gestiscono la cosa pubblica isontina. «Bisogna però capire tutti i passaggi tecnici», ha detto Gherghetta che incontrerà l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti non appena sarà pronto l’inventario. «A quel punto apriremo la trattativa cercando di portare a casa il miglior risultato possibile». Ai sindaci il presidente della Provincia ha chiesto un voto palese per procedere e nel rivolgersi a loro non ha comunque escluso che l’ipotetica fondazione possa poi diventare qualcosa di più complesso, in grado di accogliere altre realtà («Il Gect non può restare fuori da questa partita»), ma ha anche parlato di un patrimonio che va al di là del mero valore economico (anche perché i beni sono inalienabili): «Le opere rappresentano l’identità collettiva del nostro territorio. Se nelle collezioni ci sono certi quadri e non altri è per un motivo ben preciso». Il tesoro isontino fa gola alla Regione e il timore è che a livello centrale i percorsi culturali intrapresi nel corso degli anni vengano vanificati. Tra gli interventi, il sindaco di San Canzian d’Isonzo, Silvia Caruso, ha invitato a non allontanare i centri decisionali dal territorio e ha auspicato che la gestione dei beni culturali non venga affidata ad un tecnico: «La fruibilità delle opere d’arte deve essere al centro della missione», sono state le sue parole. Il primo cittadino del comune bisiaco ha inoltre invitato a guardare ai conti e a non dare per scontata la parte corrente dell’operazione. In merito Gherghetta ha evidenziato che tra personale e utenze i Musei provinciali costano circa un milione di euro all’anno, somma coperta in gran parte grazie alle società partecipate.

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