NIENTE POLITICA, PLEASE

Nel 1951 Umberto Saba - quello che si riteneva inviso alla città e aveva in odio ”il fascista abbietto e il tedesco lurco” - intitolava una sua poesia ”A un giovane comunista” e così la concludeva: Ma tu pensi: I poeti sono matti/ guardi appena; lo trovi stupidino/ Ti piace più Togliatti. Ebbene siamo lieti di annunciarvi che il conflitto apparentemente irreconciliabile fra ”politica e poesia” ha trovato soluzione venerdì scorso in seno al costituendo Partito Democratico: l'equivalenza fra l'agire poetico e il senso profondo del ”fare” politica, è stata infatti la nota dominante del primo meeting fondativo del Pd a Trieste.


E tutto andrebbe bene, anzi benissimo se in questo anelito lirico i soci fondatori non si fossero dimenticati non già di Togliatti (o di De Gasperi) - e la cosa a mio avviso sarebbe già gravissima - quanto della politica tout court. Venerdì infatti - salvo qualche sporadicissimo e tuttavia applaudito intervento - si è parlato di tutto, meno che di politica, cioè di quella cosa a cui si sono applicati in tanti e credo abbia trovato una prima fondamentale sistemazione teorica fra il quindicesimo e il sedicesimo secolo grazie ad un fiorentino.


Quella cosa, la politica, utile - oltre alla legittima acquisizione di ”vitalizi” - a ”trasformare la realtà”. Sembrava la gran parte degli ”oratori” precipitata - e chissà forse lo era - da Marte: nello sforzo infatti di trovare una serie di profondissime ragioni alla nascita del Partito Democratico, dimenticava a mio personalissimo avviso, quella principale, quella sorta di matrice di ”contesto” che se non spiega tutto, certo è fra le concause di questo processo fondativo. Mi riferisco al fatto che negli ultimi 15 anni - dal 1993 ad oggi - il centro sinistra ha governato questo paese per quasi due terzi del tempo, e nel farlo - vuoi per la frammentazione del quadro politico, vuoi per le inattese difficoltà incontrate, vuoi per le insidie dell'avversario - ha espresso una classe dirigente, che complessivamente non si è rivelata all'altezza del compito assegnatole. Non è cioè riuscita a produrre fattori durevoli di modernizzazione e di giustizia nel paese.


Questo dunque si notava, che i ”parlanti” (salvo un numero ridottissimo di loro) di quella ”inadeguatezza” non sembravano assumersi la responsabilità collettiva: rimossa la realtà diventava semplice scivolare nel miele dolcissimo della ”poesia”, e giù citazioni, richiami, effusivi abbandoni. Li incoraggiava in questa operazione di ”rimozione” una morbida parlamentare europea incaricata di riferire ai 45 saggi - il comitato dei promotori, quello stesso che annovera fra i suoi componenti lo scienziato della politica Carlin Petrini. La signora sorrideva molto, scuoteva il capino, ma evitava accuratamente di parlare di politica. Nessuno infatti nel corso del pur ampio dibattito - non dico non ha fatto riferimento - ma nemmeno ha nominato le parole Nord, imprese, lavoro, blocco sociale, sicurezza, ambiente, scambio tasse/servizi, opportunità/merito, partito federale.


Nessuno - e se io fossi nel presidente della Regione ci rifletterei a fondo prima di imbarcarmi in una nuova avventura - ha fatto riferimento a Illy e al governo della regione, cioè all'unico effettivo e riuscito tentativo di rompere il blocco sociale del centro-destra in Italia. Dove se ne parlerà? a Roma? e in che modo? e quale sarà il terreno contrattuale fra i delegati espressi dal Friuli Venezia Giulia e quelli - faccio per dire - della Campania o della Calabria? una testa, un voto? una tessera, un voto? e la qualità di ”tessere” di adesione al PD raccolte - solo per esempio - in quelle due regioni varrà, quanto la qualità delle tessere raccolte in Fvg? e ancora: il 14 di ottobre ai gazebi gli aderenti al PD voteranno all'interno di una singola lista di nomi o voteranno per liste che propongono programmi, ”visioni” - come è diventato di moda dire - contrapposte, ricette diverse per questo nostro paese?


I leaders che ci sono e quelli che verranno, sono sfilati sul palco prodighi di ottimismo e di ”ideale tensione”, ma su queste tematiche hanno mantenuto un rigorosissimo silenzio. Temo che per saperne qualcosa, dovremo aspettare una salva di ”intercettazioni”. Anche queste, decisamente di moda.

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