«Non sono più single Se rivedono i criteri mi portano via la casa»

Nicola Longobardi, 41 anni, senza un lavoro fisso, abita in un alloggio dell’Ater. L'ha ricevuto alcuni anni fa dopo la fine del rapporto con la ex moglie. È grazie alla condizione di separato che...

Nicola Longobardi, 41 anni, senza un lavoro fisso, abita in un alloggio dell’Ater. L'ha ricevuto alcuni anni fa dopo la fine del rapporto con la ex moglie. È grazie alla condizione di separato che ha potuto beneficiare dell'appartamento. Ora, da divorziato, ha una nuova compagna con cui vuole sposarsi e teme di perdere il diritto della casa. «Ho paura di trovarmi fuori», afferma. La sua abitazione, va detto, non è una reggia: 27 metri quadrati appena, da condividere con i due figli, uno di 16 e l'altra di 14 anni, quando vanno a stare da lui.

Partiamo dall’inizio: in quanto tempo aveva ottenuto la casa?

Ero entrato nella graduatoria del 2012 in quanto separato. Ho atteso pochissimo, soltanto un mese dopo aver mandato la domanda. Sono sincero: non ci speravo, invece non ci sono stati problemi. Devo dire che l'Ater, da questo punto di vista, è stata davvero molto efficiente.

Ma lei ha anche due figli e l'alloggio è di soli 27 metri quadrati, come fate?

Non sono totalmente a mio carico, per questo ho un alloggio così piccolo: i figli sono in affido congiunto, quindi non li ho quotidianamente con me. Ma vengono spesso e dobbiamo arrangiarci: la figlia di 11 anni dorme nel lettone assieme a me, il più grande di 16 si sistema invece nel divano della sala da pranzo. Mi piacerebbe avere una casa un po’ più grande.

Ma la sua situazione personale è cambiata, giusto?

Sì e qui sta il problema e la mia preoccupazione. Ho una nuova compagna e intendiamo sposarci. Quando lo farò decadrà il contratto, proprio perché non sono più un padre separato. A quel punto non so che fine farò. Temo di restare senza casa.

Cosa si sente di chiedere all'Ater?

Vorrei avere una sistemazione adeguata, considerando anche i due figli. Ora, come detto, bene o male ci arrangiamo in tre. Però, come è risaputo, a Trieste ci sono tanti single che hanno alloggi Ater di 80-90 metri quadrati. Il mio è di soli 27, perché i due ragazzini non vivono sempre con me. Non mi sembra giusto. Da una parte non vorrei perdere il diritto di avere la casa perché mi sposerò. Dall'altra penso ai figli che devono stare nel lettone e nel divano. Sull'affitto invece non possono dire nulla: è agevolato e proporzionato alla mia condizione. Mi fa arrabbiare chi paga 100 euro e pure si lamenta. Questo no, questo è sbagliato. (g.s.)

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