Nuova rete idrica rifornimento ok per Arbe e Pago

FIUME. Sono in dirittura d’arrivo i lavori di costruzione dei 17 chilometri di rete idrica che permetteranno finalmente un normale approvvigionamento nelle isole di Arbe e Pago, così come in una vasta area sottostante la catena delle Alpi Bebie (Velebit), di fronte alle due isole. Il nuovo acquedotto richiederà una spesa complessiva di 55 milioni di kune, pari a 7,4 milioni di euro, coperti al 69% dall’Unione europea, al 21% dal Demanio idrico croato e al restante 10 da sette comuni: Segna, Arbe, Pago, Novalja, Carlopago, Loparo e Povljana. L’attuale capacita di erogazione della rete, con l’acqua proveniente dalla vicina contea della Lika, è in buona sostanza insufficiente a far fronte alle esigenze nei mesi estivi: basti pensare che l’area, soprattutto nelle isole di Arbe e Pago, d’estate vede crescere del 700% il numero delle persone che vi risiedono, a causa del massiccio afflusso di turisti. Si calcola infatti che in estate l’acqua che giunge dalla Lika - per l’esattezza dai fiumi Gacka e Lika - soddisfa le necessità di circa 200mila persone, tra popolazione locale e vacanzieri. Per decenni i consumi estivi sono risultati ridotti al lumicino, con l’acquedotto inaugurato 30 anni fa che a malapena riusciva a coprire il fabbisogno e non pochi disagi per residenti e turisti. «La nuova infrastruttura - dice Darko Rukavina, direttore della sezione di Segna del Demanio idrico nazionale - risolverà i problemi legati al rifornimento idrico sia sulle due isole sia sulla terraferma, tra San Giorgio e Carlopago. Ricordo che l’acqua della Lika è del tipo cosiddetto aperto, non arriva cioè da falde imbrifere e dunque ha bisogno di uno speciale trattamento prima di giungere ai nostri rubinetti essendo esposta ai fattori esterni: d’estate per esempio ha una temperatura di 18-20 gradi, in inverno tocca mediamente i 4 gradi. La depurazione avviene comunque grazie alla più moderna tecnologia».
I lavori di scavo per la posa delle tubature sono proceduti a rilento in diversi punti, a causa del terreno accidentato ai piedi delle Alpi Bebie. La notizia dell’imminente fine dei lavori viene accolta con soddisfazione soprattutto a Pago, dove non ci sono sorgenti di acqua potabile; ad Arbe ci sono un paio di fonti, comunque di modesta entità.
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