Oltre mille firme a tutela della sanità locale

Sono già oltre mille le firme che l’associazione Monfalcone domani, assieme a Lega nord, Fratelli d’Italia, Pensionati e Partito Italia Nuova hanno raccolto con l’attività di banchetto nelle piazze e, ultimamente, anche nei rioni, dopo la “visita” mattutina a Panzano e, sabato, al quartiere Romana Solvay. Adesioni che vanno ad avversare la riforma della sanità varata dalla giunta Serracchiani a tutela delle strutture locali, come precisato da Anna Cisint, ex consigliere comunale: «Moltissime persone si sono avvicinate al gazebo per riferire la loro esperienza negativa, a testimonianza del fatto che la popolazione è molto sensibile al problema». Tra queste Sabina Pagliaga, che ha raccontato così le sue vicissitudini per ottenere (ma ancora oggi non c’è riuscita) una risonanza magnetica: «Da un mese circa sentivo un dolore acuto alla testa del femore. Aspettavo che il dolore allentasse la morsa, ma niente. La guardia medica, cui mi sono a un certo punto rivolta, ha diagnosticato una possibile coxartrosi ed è in quel momento che ho capito di aver bisogno di una risonanza anche per capire esattamente qual è la mia situazione e le possibili terapie da adottare». La donna, da dieci anni, accusa peraltro un’ernia. «Mi reco così dal medico di base per ottenere la prescrizione dell’esame - continua -, il quale tuttavia mi riferisce di non poterla indicare in base a una normativa appena entrata in vigore e pertanto mi indirizza a uno specialista. Sempre ricorrendo al sistema sanitario pubblico, perché ho un lavoro part-time e non navigo certamente nell’oro, mi reco dunque dall’ortopedico, che esclude dopo una visita costatami 40 euro la precedente diagnosi riconducendo la situazione all’ernia e proponendomi nuove lastre. Che per la cronaca avevo fatto non da molto tempo, con una spesa di 45 euro». «A parte che non voglio sottopormi a ulteriori radiazioni - conclude - penso di aver diritto a una risonanza anche attingendo alla sanità pubblica, perché sto male, sono una cittadina di questo Paese e pago le tasse. Non mi pare di chiedere la luna». Delusa anche Adriana Ommo, pure approdata al banchetto di via Romana, «l’ultima volta ho preso per mio marito, come sempre, aghetti e strisce per la misurazione del diabete gratuitamente in farmacia, per via dell’esenzione, e ora per le stesse confezioni ho dovuto pagare 55 euro: dove andremo a finire di questo passo?». (t.c.)
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