Pagotto: grandi opere in lista d’attesa

Intervista all’assessore all’Urbanistica di Gradisca: «Si partirà dalle piccole cose»
Bumbaca Gorizia 05.06.2014 Gradisca, nuova giunta Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 05.06.2014 Gradisca, nuova giunta Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Sbloccare le opere già finanziate eppure sbloccate dal Patto di stabilità. Ma al tempo stesso non perdere di vista i dettagli e le piccole manutenzioni. Alessandro Pagotto, 38 anni, ingegnere in forza alla Protezione civile regionale, è uno dei nomi nuovi della giunta varata dal sindaco Linda Tomasinsig. Gli abbiamo chiesto un’analisi sulle problematiche della città.

Pagotto, non c’è dubbio che per visibilità e problematiche il suo sia uno degli assessorati più complessi. Da dove ripartire per questo tanto invocato rilancio di Gradisca?

«Anzitutto dal buonsenso. Voli pindarici non ne possiamo più fare. Però è vero che il nostro comune ha tante sfide importanti con cui fare i conti. La direttrice che ci siamo dati con il sindaco è duplice: da un lato puntare sugli interventi ordinari, sulle piccole cose a costi ragionevoli. Dall’altro, ripartire dalle opere già pronte e meritevoli di essere concluse. Altro punto fermo, un no al consumo di suolo. Vorremmo fosse valorizzato l’esistente».

Ha già stilato priorità?

«Per quanto riguarda gli interventi ordinari non solo c’è una scaletta, ma siamo già partiti. Mi riferisco alla pulizia e manutenzione di scorci storici o al parcheggio di via del San Michele, che per decoro e sicurezza sarà monitorato continuamente. E poi c’è molto da fare in periferia».

Quanto agli interventi attesi da anni?

«Li abbiamo individuati con una certa naturalezza. Imprescindibile, a esempio, è la messa in sicurezza delle aree fluviali del Salet. Sulle tempistiche non mi sento di sbilanciarmi, ma i contatti con la Regione sono continui per poter riprendere quanto prima l’iter. Le altre priorità sono il secondo lotto della casa della Cultura, i lavori di ristoro della pubblica sicurezza nei dintorni di calle Maccari teatro dell’esplosione del 2011, e la messa in sicurezza degli impianti sportivi del centro. Ci sono poi grandi sfide che sembrano francamente più grandi di noi. Ci riferiamo al recupero dei beni demaniali: caserma Toti Bergamas e Castello, la cui prima asta per la cessione a privati è andata deserta. Sulla Toti Bergamas posso assicurare che le idee sono molto chiare. I contatti con l’Agenzia del Demanio sono stati riallacciati proprio in questi giorni ed una cosa che deve essere molto chiara è il fatto che il Comune si è dotato di una variante, la numero 30, che indica molto chiaramente quali sono le nostre aspettative per il reinserimento di quei 50mila mq nel contesto urbano. Quanto al Castello, addolora che l’asta sia ndata deserta. Bisogna lavorare a un ragionamento complessivo per renderlo più appetibile.

La caserma della Compagnia carabinieri sarà realizzata proprio in via Papalina?

«La mia idea è che dovremo fare tutto il possibile per trovare all’Arma una sistemazione alternativa».(l.m.)

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