Parole e immagini per raccontare il Carso

ROMANS. Non si tratta di una guida per turisti, ma un insieme di tante piccole e grandi emozioni, che l'opera custodisce e che anche i turisti possono provare visitando questo suggestivo angolo della...

ROMANS. Non si tratta di una guida per turisti, ma un insieme di tante piccole e grandi emozioni, che l'opera custodisce e che anche i turisti possono provare visitando questo suggestivo angolo della nostra terra. È stato questo il commento di uno degli autori del libro “Il Carso”, della Libreria editrice goriziana, realizzato unendo i testi del teologo e giornalista Andrea Bellavite alle immagini catturate dal fotografo professionista Massimo Crivellari, specializzato in architettura e fotografo naturalista per diletto. Libro che è stato presentato nella sala di Casa Candussi-Pasiani a Romans d'Isonzo nell'ambito dell'ormai collaudata rassegna denominata “Martedì d'Autore”, promossa dal Circolo “Mario Fain” e dal gruppo di ricerca “I Scussons” di Romans che stavolta hanno trovato la collaborazione dell'associazione “Iter Aquielense” di Mariano del Friuli e il patrocinio del Comune di Romans, della Provincia di Gorizia e della Bcc di Staranzano e Villesse. Il libro che illustra la vita e racconta la storia del Carso sotto diversi aspetti, sia dalla parte italiana sia sul versante sloveno, fa seguito alla prima e altrettanto qualificata opera dal titolo “Isonzo”, realizzata dagli stessi autori e presentata esattamente un anno fa a Romans, come ha ricordato all'inizio di serata Renato Valentinuz, presidente del Circolo “Fain”. A dialogare con gli autori è stata l'insegnante cervignanese Loredana Marano, che con molta capacità analitica, riconosciutale dagli stessi autori, ha saputo penetrare e capire lo stato d'animo che ha accompagnato Bellavite nel momento in cui ha steso i suoi testi e Crivellari quanto ha scattato le sue immagini. “Il Carso”, a differenza del primo libro, ha avuto come base le fotografie di Crivellari, sulle quali Bellavite ha ricamato i suoi testi, che aveva già scritto una prima volta quando le foto non erano state scattate e che lo stesso ha poi stracciato e ricomposto vedendo gli scatti fotografici che a suo dire meritavano un'altra interpretazione sentimentale e letteraria.(e.c.)

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