Partiva da Gorizia traffico di rifiuti speciali

Due indagati, sequestrato a Lucinico un capannone dove il materiale veniva stoccato per essere inviato in Camerun via mare
Di Francesco Fain

Tutto è partito da una segnalazione relativa a un inconsueto e sospetto viavai di furgoni a tutte le ore del giorno e della notte che scaricavano non meglio definito “materiale” in un vecchio e degradato capannone in mezzo ai campi. Il movimento era così notevole che i militari dell’Arma sono stati immediatamente coinvolti.

Questa testimonianza ha permesso al Nucleo investigativo dei carabinieri (assieme ai colleghi dell’Arma della stazione di Lucinico) di scoprire un presunto traffico di rifiuti speciali anche pericolosi diretti in Africa.

I dettagli

dell’operazione

Tutto ruotava attorno a un vecchio fabbricato e a un container. «Il capannone industriale sito a Lucinico, in via della Stesa 27, veniva utilizzato come centro di stoccaggio abusivo dei rifiuti - ha spiegato ieri pomeriggio Pasquale Starace, comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Gorizia -. Al suo interno erano conservati rifiuti speciali anche pericolosi come batterie al piombo esauste, rifiuti elettronici, parti di auto oggetto di demolizione e pneumatici fuori uso. Ma l’attenzione si è subito concentrata su un container che veniva utilizzato per trasportare il materiale fuori dal nostro Paese». Il capannone e il container (temporaneamente “parcheggiato” allo scalo portuale di Genova-Voltri in attesa essere spedito in Camerun carico di rifiuti speciali e no) sono stati sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Gorizia e della stazione di Lucinico che hanno eseguito anche due provvedimenti di perquisizione e sequestro emessi nei confronti di due persone, residenti a Lucinico, uno dei quali originario del Camerun. Il primo è un goriziano, classe 1941, di cui non sono state fornite le generalità, il secondo è camerunense, classe 1982. «Entrambi - hanno spiegato Starace e il capitano Lorenzo Pella, comandante della Compagnia di Gorizia - risiedevano in condizioni a dir poco precarie e degradate all’interno dello stesso capannone». Il goriziano è stato denunciato per gestione illecita di rifiuti. Sulla testa del cittadino africano, oltre a questa stessa accusa, pende anche la denuncia per traffico transfrontaliero di spazzatura. «Con la collaborazione del Comune è stata trovata una sistemazione temporanea ai due: non potevano vivere in quelle condizioni», la sottolineatura del capitano Pella.

Traffico transnazionale

di rifiuti speciali

I provvedimenti rientrano nell’ambito dell’inchiesta su un “traffico e gestione illecita transnazionale di rifiuti speciali anche pericolosi” come batterie al piombo esauste, rifiuti elettronici, pezzi e ricambi di automobili oggetto di demolizione e pneumatici fuori uso, e sono stati emessi dalla Pm Bossi di Gorizia. All’interno del container c’erano due vetture radiate praticamente intere, parti di altre auto e circa 300 pneumatici usati, provenienti da varie attività produttive del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia: era destinato a un cittadino camerunense non ancora identificato. «Relativamente agli pneumatici sono state rinvenute delle fatture slovene che servivano probabilmente per sviare i controlli. Le gomme sarebbero state acquistate a un prezzo talmente irrisorio (50 centesimi l’una) da alimentare giustificati sospetti. Tutti gli altri materiali non erano accompagnati, invece, da un nessun incartamento che ne giustificasse la loro provenienza», ha spiegato ancora Starace durante la conferenza stampa.

I carabinieri sono stati coadiuvati dai Nuclei operativi ecologici (Noe) di Udine e Genova e dall’Agenzia delle Dogane di Gorizia e di Genova.

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